David Thorne, l’ambasciatore statunitense in Italia, preoccupato che il decreto Romani sia solo una manovra governativa per favorire Mediaset a vantaggio di Sky. Questo l’allarme lanciato e documentato da Wikileaks.
Il decreto, approvato lo scorso marzo, è quello con cui il Consiglio dei Ministri ha equiparato i video diffusi in Internet alle televisioni tradizionali, per poterli censurare. In breve, è il decreto che condiziona siti come YouTube all’autorizzazione ministeriale. Tale filtro governativo era già applicato alle tv come Sky, in quanto applicabile a ogni piattaforma divulghi immagini in movimento, televisioni che, con la scusa di norme antitrust ed in difesa dei minori, sono state di fatto svantaggiate. Tutto, casualmente, a vantaggio delle televisioni di proprietà del Presidente del Consiglio.
Ebbene, nei documenti pubblicati su Wikileaks, si leggono le parole di Thorne: “Funzionari di Sky ci hanno detto che il viceministro Romani sta guidando gli sforzi all’interno del governo italiano per aiutare Mediaset di Berlusconi e per mettere Sky in svantaggio. Questo è uno schema familiare: Berlusconi e Mediaset hanno usato il potere del governo in questo modo sin dai tempi di Bettino Craxi”.
Questo già a febbraio, ossia prima dell’approvazione del decreto. E non è tutto: l’allarme, si legge nei documenti pubblicati dal sito di Assange, era già stato lanciato da uno sciopero, casualmente rimasto inascoltato, degli amministratori dell’emittente di Murdoch.
Come commentare tali azioni se perpetrate da una maggioranza, seppur risicata, di governo? Semplice: censurare qualunque avversario, compreso il web. Dunque, ancora più semplicemente: quello che avviene in Cina o in Iran.