BRACCIANO – “Ad oggi non esiste alcun atto specifico di riconversione del Padre Pio ma consideriamo la proposta emersa nell’incontro con la cabina di regia sulla sanità regionale, irricevibile e indecorosa per un territorio con 140mila abitanti. Si attua una vera e propria diseguaglianza tra cittadini di Roma, che possono vantare su un rapporto abitanti/posti letto di oltre 6 posti letto ogni mille abitanti, contro lo 0,5, ovvero mezzo posto letto ogni mille abitanti di quest’area nel caso in cui la proposta venisse trasformata in un provvedimento definitivo. Noi faremo tutte le battaglie in difesa del nostro ospedale ricorrendo a chi di competenza per mantenere la struttura ospedaliera e ribadire il principio del rispetto della sentenza del Consiglio di Stato che ci ha dato ragione. E’ una questione politica che vede Roma, ancora una volta, farla da padrona rispetto ai Comuni della cintura metropolitana. Si attua la desertificazione sanitaria e ospedaliera in un territorio che cresce di residenti che lasciano Roma e che scelgono di venire a vivere in provincia: ma nella programmazione sanitaria ci si comporta al contrario tagliando i livelli essenziali di assistenza dove la popolazione cresce e mantenendo i privilegi ai residenti di Roma. Ma noi continueremo portare avanti a tutti i livelli la nostra battaglia affinché si attui un giusto equilibrio del sacrosanto diritto alla salute di ciascun cittadino”.
Così ieri il sindaco di Bracciano Giuliano Sala nel corso della conferenza stampa convocata dopo le ipotesi di riconversione-chiusura dell’ospedale Padre Pio di Bracciano ventilate nel recente incontro con la cabina di regia regionale sulla sanità. Non solo protesta ma anche una proposta concreta di rilancio. A presentarla il consigliere comunale delegato alla Sanità Mauro Negretti che ha tirato fuori dal cassetto, per l’occasione, la maglietta arancione simbolo della battaglia contro la chiusura dell’ospedale che sembrava vinta e che ora invece viene rimessa in forse dai nuovi tagli regionali.
“Abbiamo elaborato una proposta che consente di gestire al meglio l’ospedale, 88 posti letto, contro i 30 proposti, suddivisi in 40 posti di area medica, 36 di area chirurgica, 2 terapia sub intensiva, 3 breve osservazione, 8 di day hospital. Il rapporto ricavi costi, a fronte di un investimento di un milione di euro, salirebbe dal 42 per cento proposto al 72 per cento”.
“Questo ospedale – ha detto ancora Negretti – non può non essere sede di pronto soccorso. La proposta che ci viene fatta – ha aggiunto – è un insulto per questo territorio”.
Nel corso dell’incontro hanno preso la parola anche alcuni medici tra i quali il primario Gennaro Caianiello il quale ha ribadito che “l’ospedale di Bracciano non può essere ridotto ad un ospedale da campo”. Lucia Francocci, primario di Radiologia si è detta pronta a presentare una denuncia alla Corte dei Conti denunciando il mancato impiego di una Tac, nuova di un anno, che verrebbe tagliata fuori dalla proposta regionale.
Da alcuni interventi è emerso poi il perenne dualismo con Civitavecchia a vantaggio della quale sarebbero andati alcuni servizi già del Padre pio di Bracciano. E’ stata inoltre chiamata in causa la Conferenza dei Sindaci della Asl Rm/F presieduta come di norma dal sindaco di Civitavecchia. Al riguardo il sindaco Sala ha annunciato di aver preso contatti col neosindaco della città portuale. Tra gli intervenuti anche il neodeputato Pd Emiliano Minnucci il quale ha ribadito che “non si tratta di una battaglia di campanile, ma di ribadire il diritto alla salute nel territorio. Il fatto che sia stata avanzata una proposta è sintomatico che non si fa solo protesta”. Minnucci ha poi auspicato che il milione che serve per appoggiare la proposta di rilancio del Padre Pio di Bracciano possa derivare dai 400milioni che lo Stato trasferirà alla Regione Lazio in virtù del nuovo conteggio della popolazione regionale annunciata.
“La nostra battaglia – ha ribadito ancora il deputato – andrà avanti non guardando in faccia nessuno, nemmeno gli amici”.
“Avere a disposizione 400milioni di euro in più all’anno di trasferimenti offre l’opportunità alla Regione Lazio – ha poi proseguito il sindaco di Bracciano Sala – di poter mantenere o ampliare l’offerta sanitaria e i posti letto per acuti negli ospedali che si vorrebbero chiudere e in particolar modo nell’Ospedale Padre Pio di Bracciano che potrebbe essere rilanciato con l’intesa di verificarne i risultati attesi per un periodo concordato di 3 o 5 anni”.