CIVITAVECCHIA – Ancora polemiche dopo il mancato arrivo della Costa Concordia a Civitavecchia. L’attacco, stavolta, arriva dal consigliere di minoranza Massimiliano Grasso che lo indirizza direttamente al sindaco Cozzolino, accusando il Movimento Cinque Stelle di non essersi mai battuto per lo smantellamento del relitto nel porto locale, sollecitando il primo cittadino ad attivarsi per spingere il Governo a rivedere la sua scelta . “Anziché esprimere rammarico per la mancata scelta del porto di Civitavecchia – afferma infatti Grasso – che proprio il Movimento 5 Stelle, a diversi livelli e prima ancora della campagna elettorale, non ha mai sostenuto, l’amministrazione comunale, che si dice impegnata a riflettere sul ruolo della politica, rifletta anche sull’opportunità di fare impugnare la decisione del Governo di far trasportare la Costa Concordia fino a Genova”.
“Già da mesi – prosegue Grasso – infatti, era apparso evidente come la vicenda fosse diventata una questione politica tutta interna al Pd, a cui appartengono tutti i governatori della Toscana e del Lazio e l’allora ministro dell’Ambiente. Del Pd è il presidente della Liguria che ha giocato un ruolo determinante per Genova, al di là dell’offerta economica, che era un fattore importante, ma certamente rivedibile e comunque da considerare separatamente rispetto alla scelta del porto, che avrebbe dovuto essere dettata solo da criteri attinenti al rispetto delle norme sullo smaltimento dei rifiuti speciali. Una volta, infatti, stabilito il principio che il relitto è un rifiuto da smaltire nel porto attrezzato più vicino, resta da capire come la nave possa finire a Genova, per raggiungere la quale dovrà attraversare in cinque giorni di navigazione mezzo Mar Tirreno, con rischi ambientali enormi. Quindi, è evidente che le motivazioni della scelta di Genova siano tutte politiche” .”Il vero rammarico – conclude Grasso – per dirla con il presidente della Provincia di Grosseto Marras, è che ‘i pubblici poteri hanno abdicato alla propria missione’, rispetto all’interesse di un gruppo privato che alla fine paga solo una parte dei costi enormi del danno che esso stesso ha causato. Quindi, non possono essere condivisibili né la scelta, né le sue motivazioni che potrebbero essere oggetto di un ricorso più che motivato, qualora da parte dell’amministrazione ci fosse realmente l’interesse di offrire una speranza concreta di una boccata di ossigeno all’imprenditoria ed ai disoccupati locali”.
Incapacità del tessuto imprenditoriale, litigiosità della politica una scarsa propensione dell’autorità portuale a far diventare Civitavecchia realmente il centro del Mediterraneo i motivi che hanno allontanato invece la Concordia da Civitavecchia secondo l’altro consigliere di opposizione Mirko Mecozzi. “Il preventivo presentato dal consorzio civitavecchiese era spropositata – rileva – Il fatto che si sia sgonfiato di quasi un terzo a poche ore dalla sua presentazione, rasenta l’insulto. Evidentemente le imprese coinvolte devono studiare ancora molto per diventare competitive su di un mercato di scala europeo. Devono comprendere, anche, che il ruolo delle imprese è di creare plusvalore, non quello di essere semplici strumenti di altre partite a scacchi”. Per quel che riguarda la politica, Mirko Mecozzi è chiaro: “Quando c’è in gioco una partita importante per il destino della città, bisognerebbe fare squadra. Ogni partito o movimento politico dovrebbe diventare impermeabile alle pressioni che vengono da fuori. Il nostro impegno è anzitutto con la città, per la città”. Sull’autorità portuale l’ex assessore Mecozzi interviene con spirito collaborativo: “L’autorità portuale ha sempre detto di voler agire affinché Civitavecchia sia il centro del Mediterraneo. Oggi siamo solo un marciapiede che porta ad una stazione ferroviaria. La vicenda della Concordia è il simbolo, anche, dell’impotenza della nostra Autorità Portuale, che non è stata capace, evidentemente, di perorare a sufficienza la causa dello smaltimento a Civitavecchia. Il Presidente Monti non può pretendere di prendere tutte le decisioni in perfetta solitudine. Come già detto è tempo di fare squadra”.