LADISPOLI – Apprendiamo da un articolo apparso su terzobinario di un’altra situazione in cui si rileva lo spreco di denaro pubblico da parte del Comune di Ladispoli e l’attribuzione di un vantaggio ingiustificato e spropositato a favore di parenti di amministratori.
Si tratta questa volta del contratto per la pulizia del sottopassaggio della stazione che l’Amministrazione comunale del Sindaco Paliotta (usando l’espressione imposta dal primo cittadino in tutti i comunicati diffusi dal Comune) ha affidato al costo di ben € 1.500,00 al mese.
La cifra sembra particolarmente “ingiustificata”, se si considera che il sottopassaggio è uno spazio di dimensioni contenute, privo di ingombri e suppellettili, come rileva lo stesso articolo, per la cui pulizia non si richiede l’utilizzo di particolari impegno e attrezzature. E appare sovradimensionata la somma di 1.500,00 auro mensili, se si considera che con quel costo si potrebbe impiegare “stabilmente” un lavoratore, “in modo continuativo”, per spazzare lo stesso spazio per più di sei ore continuative e renderlo lucido e profumato.
Ma ciò che rende ancora più singolare la questione, rivelando il solito “stile ladispoli”, è la modalità di affidamento del servizio. Il Comune ha attivato questo servizio il 1° gennaio 2010 “a seguito di un’istruttoria effettuata dal responsabile”, con una “procedura d’urgenza”, (che però perdura fino a oggi) senza alcun avviso o selezione pubblica, mediante un affidamento diretto a una cooperativa, per un periodo di dodici mesi.
Alla scadenza, però, permanendo l’urgenza, (!!!) l’affidamento è stato prorogato, con la stessa formula, cioè “direttamente, senza avvisi o selezioni, alla stessa cooperativa, fino al 31 dicembre 2012.
Dopo questa nuova scadenza, sempre per una nuova urgenza, con la stessa modalità, senza avvisi o selezioni, ancora con una proroga, fino al tutto il 2013. E poi, ancora, nuova urgenza, con un’ulteriore proroga, fino a tutto il 2015, dichiarando, persino, nell’atto di affidamento, che si tratta di “condizioni contrattuali vantaggiose” (!!!).
E’ opportuno rilevare che gli “affidamenti diretti” alle cooperative sociali sono una modalità che è prevista a tutela delle persone svantaggiate (legge n. 381/1991), allo scopo di assicurarne l’inserimento lavorativo, tra cui la stessa legge ricomprende “gli invalidi fisici, psichici e sensoriali, gli ex degenti di spedali psichiatrici, i minori in situazioni di difficoltà familiare, ecc.”. Si tratta, quindi di persone che richiedono una particolare tutela sociale.
Evidentemente ci auguriamo che le somme destinate a questo scopo vengano utilizzate proprio per quel fine.
Tuttavia, proprio per evitare che qualcuno approfitti della situazione, già l’Autorità di vigilanza sui contratti e gli appalti pubblici, e poi il Consiglio di Stato, hanno ribadito che non è consentito l’affidamento diretto a tali cooperative se non a due condizioni: 1) un avviso pubblico che consenta la partecipazione di più soggetti; 2) la definizione di un “vero” progetto di inserimento lavorativo per le persone svantaggiate.
In ogni caso è precluso il ricorso a questa forma di “affidamento diretto” quando si tratta di servizi che hanno una rilevanza economica, come quello della pulizia del sottopassaggio.
In caso contrario (lo afferma il Consiglio di Stato) si tratta di un affidamento illegittimo che manifesta l’intendimento di eludere la disciplina sui contratti e gli appalti a favore di qualcuno.
Ma non finisce qui. Oltre a rilevare la “singolare” modalità di affidamento e il costo esagerato, si evince che la cooperativa prescelta, “in modo diretto” (Agorà) ha lo stesso nome di un’altra analoga cooperativa, di proprietà (incredibilmente) di un parente di un amministratore del Comune di Ladispoli.
Ci auguriamo di avere preso un abbaglio, poiché, in caso contrario si verificherebbero troppe concomitanze allarmanti quali: l’illegittimo affidamento diretto, con l’aggravante dello sfruttamento delle persone svantaggiate, la proroga reiterata, il prezzo spropositato e la situazione di conflitto di interesse.
E ci auguriamo che il Comune intervenga per fare chiarezza sulla questione che, in caso contrario, si risolve in un danno per l’immagine della città e della “Amministrazione del Sindaco Paliotta” (sempre per usare l’espressione imposta dal primo cittadino).
Comitato per la Legalità Ladispoli