CIVITAVECCHIA – “Nono giorno. Continuano i raid israeliani su Gaza, continuano i lanci di razzi dalla Striscia al territorio israeliano. E continua ad aumentare il numero delle vittime: dall’inizio dell’operazione “Confine protettivo” sono stati uccisi oltre 220 palestinesi, in maggioranza civili, solo oggi sono morti sei bambini. Uno a Gaza City, un altro a Khan Yunis. Quattro sono morti durante un bombardamento su una spiaggia. Una pioggia di proiettili. Il primo colpo è caduto poco dopo le 16, mentre stavano giocando a pallone” (cit. “La Repubblica 16/7/2014).
Assistiamo imperterriti ai numeri…. dei morti …dei feriti… ormai questa infinita guerra ci sfiora soltanto… ci stiamo abituando alle atroci immagini di bambini, donne, giovani, uomini, anziani dilaniati dalle bombe. Stiamo diventando spettatori insensibili, abituati ai pianti disperati di madri di persone che in un istante, perdono tutto, la voglia di vivere, i propri cari, la propria casa.
Ieri sera mentre cenavo, assistevo in tv ai filmati e alle immagini del pianto disperato di una madre che aveva perso il proprio figlio nell’assurdità della guerra. La cosa mi ha scosso per un attimo, ed ho pensato: non è possibile che a pochi passi da noi stiano accadendo cose tremende, mentre noi rimaniamo assorbiti dalla nostra routine quotidiana riuscendo ad estraniarci, ad assistere e fagocitare immagini e notizie nel nostro leggero distacco.
Saremmo stati capaci di scendere in piazza, in massa, per festeggiare la vincita del mondiale, ma, pochi di noi sentono la necessità di fermarsi e dedicare almeno un momento di attenzione per fermare quello che sta realmente accadendo, per dimostrare la propria contrarietà e solidarietà nei confronti di chi sta soffrendo le atrocità della Guerra.
Venerdì 18 luglio ore 17 – aula Consiliare “R.Pucci” convegno “Gaza: La verità sotto le bombe. Due popoli per una patria” .
Sabato 19 luglio ore 9.00 – Sit in “End the Violence” Largo M. D’Ardia (La Madonnina) organizzato dall’”Unione degli Studenti di Civitavecchia”.
Sarebbe rispettoso nei confronti di quelle madri, padri e figli dimostrare che siamo capaci di manifestare il nostro sostegno, lasciando da parte i nostri impegni per dedicare un istante del nostro tempo ed esprimere la nostra contrarietà alla violenza.
Partecipiamo in gran numero agli incontri per dimostrare insieme che “restiamo umani”.
Fabio Tacchi – Unità Permanente per l’educazione alla Pace