ANGUILLARA – Novant’anni fa il delitto Matteotti. Una pagina nera della storia italiana della quale Benito Mussolini si assunse ogni responsabilità “politica”. Il rapimento sotto casa del deputato socialista a Lungotevere Arnaldo Da Brescia, la violenta colluttazione, poi la morte. Tutto ad opera di una squadra di uomini venuti appositamente dal Nord e comandati da Amerigo Dumini per compiere l’efferato omicidio del socialista che aveva appena denunciato in Parlamento le illegalità di quello che di lì a poco sarebbe diventato il regime fascista.
Ma cosa avvenne esattamente? Come morì Matteotti? Quale fu l’esatto tragitto che percorse la famigerata Lancia Lambda nera noleggiata all’uopo? La figura dell’uomo ma soprattutto le sue ultime ore sono gli aspetti che Italo Arcuri, giornalista e vicesindaco di Riano, ricostruisce ne “Il corpo di Matteotti”. Un libro frutto di ricerche che prende le mosse da Riano dove il corpo di Matteotti venne seppellito in malo modo in località Quartarella e dove tutt’oggi si ostacola ogni tentativo di omaggiare il luogo dove il corpo di Matteotti venne deposto sotto poche manciate di terra. Cronache dell’epoca raccontano di un testimone che vide l’autovettura nei pressi della Casaccia lungo l’Anguillarese. Un tema che scotta ancora oggi e al quale l’Associazione Culturale Sabate dedica un incontro. Sabato 29 novembre 2014 alle 17 al Museo Storico della Civiltà Contadina e della Cultura Popolare “Augusto Montori” l’autore Italo Arcuri presenterà il suo libro edito per i tipi di Suraci Editore. Con lui uno studioso d’eccezione come il professore Angelo G. Sabatini, presidente della Fondazione Giacomo Matteotti. Un fuoriprogramma che omaggia un uomo di altissima levatura politica. “Con il suo assassinio – ha detto l’autore Arcuri – è nato l’antifascismo come valore”.
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