VITERBO – Le imprese CNA, Santa Rosa, i Facchini: tre ingredienti tutti de ’n sentimento. I protagonisti della festa sono stati una fonte di ispirazione per la creatività di forni e pasticcerie. Muse ma non solo, perché in certi casi sono stati letteralmente trasformati in prodotti. E allora “Sotto col dolce e fermi”, perché “i nostri artigiani stavolta si sono superati”, dice Luigia Melaragni, segretaria della CNA di Viterbo e Civitavecchia.
Tutte le creazioni con Rosa e i Facchini, potete trovarle nei laboratori e dal 3 al 6 settembre anche a “Excellentiae”, l’iniziativa nella ex Chiesa di San Salvatore, nel cuore medievale della città, organizzata dalla CNA insieme a Confcooperative e Aisec per valorizzare le produzioni tipiche della Tuscia. “Sì, quest’anno – spiega Melaragni – le nostre imprese si sono superate. Crediamo sia interessante abbinare il ricordo visivo con quello del gusto: la bellezza della Macchina e la bontà dei prodotti. È il nostro contributo alla festa, oltre che un omaggio a tutti i protagonisti”.
Ecco cosa sono stati in grado di fare, gli artigiani CNA. Creazioni multiple per L’Etoile di Alice. Al top c’è il “Cuor di Rosa”, un bignè di pasta choux craquelin con crema pasticcera alla rosa e bavarese al lampone dei Cimini, il tutto decorato con un bocciolo di rosa. Seguono le “Roselline di meringa”, il “Pan del Facchino” e le “Rose di sfoglia”.
La Pasticceria Catanese ha allestito l’intera vetrina a tema. E fa poker. Uno: i “Facchini di marzapane”, che ogni anno quelli veri donano ai bambini del reparto di Pediatria a Belcolle. Due: il “Pane di Santa Rosa”, a base di noci, nocciole e uvetta. Tre: i “Miracoli di Santa Rosa”, biscotti con miele, uova e nocciole. Quattro: le meringhe con una rosellina sopra.
Le Cose Buone, invece, ha avuto un’idea del tutto particolare: quella di coinvolgere le suore Clarisse del Monastero. Le “Sfoglie di Santa Rosa” sono state infatti realizzate con i frutti del loro frutteto. Un prodotto superlegato a Rosa. E parte del ricavato andrà in beneficenza.
Ancora in tema di arte pasticcera, ecco la Pasticceria Alba, con il “Panricco di Rosa” (nella foto), una sorta di ciambellina di lusso che nel 2005 ha vinto un concorso diventando il dolce tipico della Tuscia viterbese. Gli ingredienti fondamentali? Castagne, uova, ricotta, uvetta, nocciole dei Cimini, marmellata di castagne e molti altri. O la Pasticceria Camilli con due creazioni: la “Pagnottella di Santa Rosa” e le rose di cioccolato. E ancora la Pasticceria Primavera, che rilancia con un altro paio di prodotti: il “Pane di Santa Rosa” e il “Biscotto del Facchino”. Il primo a base di uova, cannella e frutta secca, il secondo di colore bianco, la fascia rossa alla vita e lo stemma del Sodalizio.
Se le pasticcerie si sono sbizzarrite, forni e panifici non sono stati da meno. Come Artigianpan, che ha creato “Il cuore di Rosa”, maritozzo con scaglie di cioccolato, mandorle, pinoli e uvetta. O come il Panificio Anselmi, con “La rosa di Rosa”, dolce secco con pasta frolla, farina, zucchero a velo. E “buona” Santa Rosa a tutti.