ROMA – La consigliera regionale Cristiana Avenali fa il punto in occasione della discussione in Conferenza Stato-Regioni sull’articolo 35 del decreto Sblocca Italia che prevede, tra le altre cose, la costruzione di 12 nuovi termovalorizzatori. “La nostra è una politica del futuro che esclude la nascita di nuovi inceneritori perché questi impianti rappresentano un ritorno al passato, e dice no a quelli di Albano Laziale e Malagrotta visto che in un rapporto tra capacità e fabbisogno esistenti, soddisfano già le necessità della Regione e anzi sono in surplus se consideriamo l’incremento della differenziata e la riduzione della produzione dei rifiuti che abbiamo come obiettivo. A oggi siamo passati dal 26% di raccolta differenziata nel 2013 al circa 40% nel 2014, come ha ampiamente illustrato il Governatore del Lazio Nicola Zingaretti durante l’audizione in commissione Ecomafia, dove ha anche elencato le risorse destinate all’aumento della differenziata. Sono circa 185 milioni di euro, 100 già’ erogati. Di questi, circa 74 sono destinati a Roma Capitale, alla quale sono stati già’ trasferiti circa 44 milioni. Risorse che hanno determinato, anche una diminuzione di quasi il 50% delle tonnellate di rifiuti conferiti”. “La Regione – prosegue – ha già intrapreso una strategia improntata al futuro e sono state già messe in campo politiche molto concrete per cambiare la gestione dei rifiuti nel Lazio, che al nostro arrivo si trovava in una situazione molto arretrata. Dobbiamo puntare su riduzione, riuso, riciclo, raccolta differenziata e porta a porta. A questo proposito, lo scorso anno sono state approvate le linee guida per la prevenzione e riduzione dei rifiuti che hanno permesso alla Regione Lazio di essere tra le prime e poche Regioni ad aver compiuto questo passaggio, come stabilito dal piano di prevenzione e riduzione nazionale di ottobre 2013. Una delle misure previste, da mettere in pratica nell’immediato futuro, riguarda i centri di preparazione per il riutilizzo nell’ottica di un’economia circolare che porti non solo a una diminuzione nella produzione dei rifiuti, ma anche alla creazione di nuovi posti di lavoro. Penso – conclude Avenali – a esempi virtuosi come il centro di recupero e riuso di Vicenza, avviato nel 2013, che ha avuto come esito immediato un raddoppio dei materiali avviati al riutilizzo, o al primo outlet di elettrodomestici, realizzato a Camerata Picena nelle Marche, un progetto sul recupero di vecchie lavatrici, lavastoviglie, frigoriferi o vecchi computer che vengono rimessi in commercio nel rispetto della sicurezza e della sostenibilità ambientale”.
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