LADISPOLI – Un autentico flop, soprattutto per l’Amministrazione comunale, la consultazione dei residenti sul progetto di “Piazza Grande” nell’area del campo sportivo “Martini-Marescotti”. Meno del 30%, infatti, i votanti, su 1445 aventi diritto; ma soprattutto appena 202 i favorevoli a dispetto dei 256 contrari. Comunque una bocciatura per il grande progetto promosso dall’Amministrazione Paliotta, che non sembra riscuotere grande apprezzamento tra i cittadini, anche se il Primo cittadino, forse per camuffare i risultati certamente deludenti della consultazione, ne offre una lettura pubblica decisamente stravagante.
“Abbiamo dato la possibilità al Quartiere di esprimere un parere sul progetto – il commento di Paliotta – I partecipanti alla consultazione non hanno raggiunto il 50 per cento e quindi il risultato non sarà portato al voto del Consiglio Comunale, come d’altra parte avevamo stabilito nella delibera di convocazione della consultazione. E’ stato comunque un esercizio di democrazia diretta dal quale trarre utili indicazioni, come ad esempio i voti per la realizzazione del sottopasso. Su quasi 1500 aventi diritto al voto è evidente che solo 250 hanno creduto alle tante cose inesatte dette in questi giorni, a cominciare dalle false valutazioni del valore del terreno e alla parola ‘cementificazione’, ripetuta continuamente anche per indicare la piazza e il parcheggio. Se questa paura di ‘cementificazione’ fosse stata così estesa avremmo avuto certo un altro risultato. Il Quartiere ha ora una occasione di riqualificazione, con spazi per la collettività e servizi. Potrà diventare uno dei quartieri più moderni della città”.
Parole contestate duramente dal Movimento Cinque Stelle, secondo cui “non si può parlare di quorum di una consultazione”. “Il regolamento comunale – affermano i grillini – non prevede, sebbene richiesto da altre un anno da noi e da tante associazioni cittadine, la possibilità di referendum. Infatti quella di ieri è stata una consultazione, che segue le regole de ‘la maggioranza vince’ e l’indicazione delle urne è stata chiara! Altrettanto dicasi per le modalità; è stato tutto tranne che un referendum: al M5S e ai comitati cittadini non è stata data la possibilità di esprimere, in condizioni paritarie, la propria opinione. Inoltre il quesito era ingannevole e predisposto senza contraddittorio. Ma la cosa principale, quella che smonta definitivamente qualsiasi riferimento al quorum, è la tempistica di queste consultazioni. Appena due settimane fa abbiamo saputo, in modo ufficioso, il giorno della consultazione. Il quesito ci è stato riferito neanche sette giorni fa dai nostri simpatizzanti che se lo sono visto recapitare insieme a un volantino propagandistico del Pd (a proposito, tutta la campagna a favore di una società privata è stata fatta con i soldi dei cittadini?). Nessuna chiarezza su chi avesse diritto al voto (strade… quali? i residenti da quando? Ecc.). Inoltre, ciliegina sulla torta, la durata delle votazioni è stata inferiore a quella prevista normalmente per i referendum: infatti si è votato dalle 9 alle 20, ossia ben quattro ore in meno del normale”. “A questa Amministrazione – conclude il M5S – restano 2 scelte: fare gli struzzi e mettere la testa sotto la sabbia calda del quorum, oppure ragionare con il M5S e i cittadini su quale prospettiva di sviluppo dare alla città. Noi abbiamo proposto di mantenere quella che è la logica e naturale destinazione di quell’area: impianti sportivi e verde pubblico (come previsto anche dal Piano Regolatore). Se la società ‘piazza grande’ e la sua succursale politica di piazza Falcone volessero parlarne, noi saremmo disponibili. L’unica condizione è lo stop immediato a questo progetto, cancellato dai cittadini diretti interessati”.
All’assalto dell’Amministrazione anche il movimento “Progetto legalità”. “Non sono bastati – commentano i suoi rappresentanti – i ‘cinque’ diversi volantini distribuiti a tutte le famiglie (alcuni dei quali senza la paternità, quindi scritti da personaggi che hanno dovuto nascondersi per non apparire in conflitto); non è bastata la lettera inopportuna del parroco (che ci auguriamo venga richiamato dal Vescovo al rispetto del suo ruolo pastorale, piuttosto che alla propaganda a favore della discutibile amministrazione del sindaco Paliotta); non è bastata la presenza ininterrotta degli amministratori presso il seggio elettorale, come non accade nemmeno nei regimi del terzo mondo, a testimonianza della mobilitazione politica richiesta a tutti (come se dovessero manifestare fedeltà a un accordo) per l’affare ritenuto il più importante del mandato (come mai?); non è bastato l’invito dell’Amministrazione comunale che, senza alcun rispetto per la correttezza e l’imparzialità, ha diffuso notizie false e contraddittorie a sostegno della propria decisione (perché la questione, come sappiamo è già stata decisa). Hanno vinto i cittadini che non sono andati a votare sapendo che si trattava di una consultazione farlocca di un progetto già deciso e votato e frutto di accordi; hanno vinto i 256 che hanno voluto comunque dare un segnale con un deciso ‘no!’ a questi metodi. Ha vinto chi ha sperato di vedere finalmente sconfitta l’arroganza e il raggiro che connotano questa amministrazione”.
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