Non solo un’ipotesi realistica, ma è uno studio dell’Università di Oxford, pubblicato sul settimanale tedesco NZZ am Sonntag, a delineare previsioni che Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, non può non ritenere drammatiche, per il mercato del lavoro: nel prossimo futuro centinaia di migliaia di lavoratori perderanno il posto a causa della digitalizzazione e dall’automatizzazione sempre crescenti. Solo negli USA, secondo i ricercatori, sarà in bilico un posto di lavoro su due. E la ricerca in questione individua anche le principali professioni che saranno oggetto di taglio: i cassieri della vendita al dettaglio, gli impiegati di commercio, i macellai, i receptionist, i tassisti, gli impiegati della Posta, i tecnici di laboratorio e i contabili. I mestieri in questione, infatti, andranno progressivamente a scomparire a causa dell’impiego di sistemi automatici e del miglioramento delle nuove tecnologie. La stima, si legge sul domenicale tedesco, è di oltre 320mila posti di lavoro a rischio. Nei prossimi 20 anni, infatti, per un lavoro altamente specializzato serviranno solamente poche persone, coadiuvate da macchinari sempre più innovati e performanti. Senza contare che esistono già oggi computer in grado di analizzare e riconoscere immagini e linguaggio. Lo studio in questione arriva a meno tre settimane da Davos dove il World Economic Forum avrà tra i temi principali quella che è stata preannunciata come la quarta rivoluzione digitale.
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