Da una recente indagine è emerso che oltre il 44% degli Italiani in una conversazione non programmata, passa dall’italiano al dialetto con estrema facilità. Gli Inglesi lo chiamano code switching oppure code mixing, quando i termini dialettali vengono inseriti in un discorso in italiano e viceversa.
E’ un fenomeno spontaneo. In pratica in uno stesso discorso ci viene naturale delegare al lessico locale le emozioni e i sentimenti racchiusi nei concetti che stiamo esprimendo o nelle esperienze che stiamo raccontando. Quasi avessero più forza.
Con la diffusione dell’istruzione e in seguito attraverso la televisione, negli ultimi cinquant’anni tutti abbiamo imparato a parlare in italiano. Ma possiamo senza dubbio affermare che il dialetto, pur se non è più lo strumento esclusivo di comunicazione quotidiana come negli anni passati, è tutt’altro che morto, come proclamavano, con grida di dolore Pasolini e Calvino. Anzi è diventato una risorsa. Una risorsa comunicativa in più nel nostro bagaglio individuale, di cui servirsi quando occorre, proprio in virtù del suo potenziale espressivo. Oggi il suo prestigio sociale ha guadagnato punti: il dialetto non è più sinonimo di arretratezza e povertà socio-culturale.
Si è finalmente compreso che le lingue locali sono un patrimonio culturale plasmato nei secoli da tutti i popoli della nostra penisola e come tale va conservato e tutelato. In questa direzione, ultimamente vengono promosse numerose azioni volte a sensibilizzare le varie comunità e a diffondere il più ampiamente possibile lo spirito dialettale.
L’UNPLI (Unione Nazionale delle Pro Loco d’Italia), quale soggetto accreditato dall’UNESCO come consulente del Comitato Intergovernativo previsto dalla Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale, ha, tra l’altro, istituito nel 2013 la Giornata nazionale del dialetto e indetto il Premio letterario “Salva la tua lingua locale”. Tutte le Pro Loco quindi, il 17 gennaio di ogni anno, o comunque nei giorni prossimi a quella data, vengono invitate a dedicare una iniziativa per ricordare l’importanza delle lingue e dei dialetti locali.
Anche la Pro Loco di Civitavecchia, così come negli anni precedenti, ha voluto dedicare uno spazio all’idioma locale. Quest’anno però si è voluto dare ancora maggior rilievo alle nostre origini, abbinando letture di poesie, filastrocche, stornelli e sonetti ai piatti della tradizione culinaria civitavecchiese.
Perciò per sabato 30 gennaio è stata organizzata una Cena con dialetto presso l’Osteria La Babbiona. Una serata in cui protagonisti assoluti saranno il nostro patrimonio, la nostra storia, la nostra cultura.