Processione del Venerdì Santo, un’usanza superata o una tradizione da custodire?

CIVITAVECCHIA – Tra le cose a cui i Civitavecchiesi tengono maggiormente nel periodo pasquale, oltre al ritrovare la ricetta della caratteristica pizza di Pasqua lasciata chissà dove l’anno precedente, viene naturale annoverare la consueta Processione che si tiene ogni Venerdì santo per le vie del centro.
Quest’ultima, a cura dell’Arciconfraternita del Gonfalone, che ha la sua sede presso la Chiesa della Stella, sembra sempre aver riscosso un grande successo, sia tra gli spettatori, sia tra i partecipanti stessi. Tuttavia, oltre a rappresentare un sentito momento di raccoglimento religioso o folkloristico, recentemente essa pare essersi procurata del dissenso da parte di qualche voce cittadina che non trova utile ostacolare il passaggio in alcune zone del centro storico per portare avanti una tradizione “di discutibile utilità”. A pensarla così è Giovanni, un imprenditore di 49 anni: “Io gestisco un locale nel centro e già dal pomeriggio è impossibile parcheggiare. La città va in confusione, le persone si esaltano e si affollano pericolosamente negli spazi aperti nella speranza di riuscire a vedere qualcosa. Io personalmente non la sento in maniera particolare come usanza, ma a prescindere dalle proprie convinzioni, trovo che dovrebbe essere organizzata in maniera più efficiente.”
Quali modifiche all’organizzazione apporterebbe per evitare le problematiche inerenti la sicurezza pubblica?
“In primo luogo intensificherei la vigilanza. Le persone e soprattutto i bambini devono essere al sicuro ed evitare di perdersi tra la folla, cosa che purtroppo accade molto spesso”.
Non lontano da quello di Giovanni, vi è il parere di Marcella, 38 anni, che propone diverse iniziative al fine di migliorare la qualità dell’organizzazione: “Secondo me si dovrebbe limitare il passaggio a quelle che sono già zone pedonali. Poi sarebbe opportuno mettere a disposizione degli anziani o di coloro che non possono spostarsi da soli e che abitano lontani dal centro, delle navette che li trasportino e consentano loro di assistere alla processione, anche perchè quella del parcheggio è una problematica non indifferente”.
Orazio invece, un insegnante di 53 anni, presenta delle obiezioni anche di tipo ideologico: “Non trovo che sia giusto ostacolare il passaggio in una buona parte della città già dal tardo pomeriggio per portare avanti una tradizione squisitamente religiosa che in questo clima di dilagante ateismo è condivisa da un terzo delle persone presenti. Non sopporto l’ipocrisia di costringere la cittadinanza a sottostare a delle limitazioni di circolazione considerevoli al fine di consentire il passaggio ad un corteo religioso in cui pochi credono veramente”.
Sebbene sia possibile constatare il dilagante ateismo sopra citato, tuttavia la moltitudine ritiene che la processione del Venerdì santo valga ancora la pena di essere vissuta nonostante le problematiche legate alla viabilità cittadina. Così la pensano ad esempio come Giuliana e Angelica, rispettivamente di 47 e 19 anni.
Ritenete che questa particolare tradizione, che a Civitavecchia viene perpetrata da moltissimo tempo, in qualche modo costituisca un valore aggiunto per la città?
“Senza dubbio – risponde Giuliana – in quanto non si tratta solo di un’usanza religiosa, ma anche storica, come una vera e propria rievocazione. A prescindere dalla fede, credo sia giusto portarla avanti e seguirla come una garanzia di unità da parte della città, che sebbene abbia visto molte processioni, tuttavia può dirsi contenta di non aver assistito ad altrettanti problemi di intralcio alla circolazione o alla sicurezza pubblica”.

Giordana Neri