CIVITAVECCHIA – Per uscire dall’emergenza rifiuti servono innanzitutto un piano regionale e nuovi investimenti da impiegare in costruzioni di nuove infrastrutture acquisto mezzi e formazione del personale. Anche utilizzando fondi ad hoc come quelli europei. A ciò dovrebbe seguire l’estensione della raccolta differenziata a tutta la città attraverso il “porta a porta” e realizzando gli impianti per il trattamento dell’umido. Gli impianti trasformerebbero l’umido in compost e produrebbero anche metano, utile per riscaldarsi e per cucinare. L’impatto ambientale degli impianti di compostaggio è pari zero. Ed ancora istituire una piattaforma ecologica per recuperare il materiale riutilizzabile ferro, acciaio, rame, plastica, vetro, carta cartone ecc. e rivenderlo ad altre aziende. Perché con i rifiuti ci si guadagna anche se si sa gestire.
Qualcuno si lamenta che la città è sporca ma il personale di CSP fa quello che può considerando che alcune attrezzature per lo spazzamento delle strade sono vetuste, mancano ad esempio i turbosoffiatori ecc.
Questa emergenza trae le sue origini da una situazione innanzitutto di carenza di veicoli in cui versa attualmente il parco mezzi di C.S.P. aggravata dall’eccesiva usura di quelli esistenti causata dall’assenza di un centro di stoccaggio situato nel comprensorio, che implica lunghi viaggi per lo smaltimento dei rifiuti riciclabili verso aziende esterne con un costo notevole per la società. A ciò si aggiunge l’atteggiamento di alcuni media i quali ogni qual volta che si presentano problemi su l’igiene urbana scaricano le responsabilità sui lavoratori nonostante alcuni problemi irrisolti che colpiscono il salario (vedi tra i tanti i buoni pasto arretrati della vecchia SOT città pulita), garantiscono sempre il loro servizio sin dalle 4 di mattina, con il freddo e il gelo e con un afa terrificante tutti i giorni dell’anno feste comprese senza che venga data loro una bottiglia d’acqua.
Mirko Giannino – Responsabile territoriale sindacato Fiadel Ambiente