CIVITAVECCHIA – Non può che far piacere il sorgere di dubbi e perplessità relative all’outlet di Fiumaretta.
Prima all’interno della maggioranza grillina, con l’astensione di un consigliere; ora con l’ipotesi di una petizione da sottoporre in particolare agli operatori commerciali.
Ben vengano iniziative atte a contrastare un progetto, che come già avvenuto per il villaggio del gusto, pomposamente strombazzato, ma miseramente fallito, rischia di mettere fine ad una rapporto, ad una sinergia vitale per la città, tra città e porto; mai ancora del tutto attuata. Il tutto ovviamente, purchè non siano semplici iniziative atte a raccattare voti;mentre la cosa è estremamente seria, perchè si parla di persone e imprese a rischio di chiusura.
Sembra strano che singoli esponenti dei partiti si attivino, ma i partiti non abbiano ancora avviato posizioni chiare e precise: Consiglieri astenuti nei 5 stelle, nel centrodestra qualcuno che approva il progetto dell’outlet.
Mi appello pertanto ai partiti, perché in previsione delle prossime elezioni prendano ufficialmente posizione, con i propri organi dirigenti, su un netto rifiuto alla realizzazione dell’outlet, e lo pongano nel loro programma
elettorale, in difesa del commercio di vicinato, vera spina dorsale della economia cittadina.
Faccio poi un appello all’amministrazione; in gran parte d’Italia la posizione dei 5 stelle è estremamente critica da un punto di vista economico, ambientale e strategico (vedi Emilia Romagna e Friuli).
In molti casi sono gli stessi attivisti dei 5 stelle, che riportano i dati della Cgia di mestre,per cui per ogni posto di lavoro nell’outlet se ne perdono sei nel settore del piccolo medio commercio.
Si definiscono gli outlet “finte cittadella”. Io credo che in città ci siano tante perplessità: pertanto si avvii un referendum sulla materia. Si scelgono,giustamente candidati per il Parlamento, perchè non farlo per una opera cosi rilevante per lo sviluppo del porto con la città; si ritorni ad una democrazia dal basso, cosi come voluta dal movimento 5 stelle, si ascoltino i cittadini.
Un ultimo appello lo faccio alle rappresentanze di impresa e sindacali, tutte. Su questo tema le imprese maggiormente penalizzate sono quelle commerciali, ma tutto il sistema economico ne risentirebbe. Il flusso dei croceristi sarebbe limitato all’interno dl porto, ne risentirebbe il settore dl trasporto, della logistica, dell’artigianato, dei servizi stessi. Le invito ad una presa di posizione ferma e decisa, nella consapevolezza che l’outlet diventerebbe un vero ostacolo ad una reale integrazione tra il porto e la città, ai benefici che il porto può dare alla città.
Nel nostro piccolo ci batteremo perché si avvii un referendum, che a nostro avviso rimane uno degli strumenti di democrazia; un richiamo al popolo a cui spesso ci si rivolge in questa città a parole, ma mai nei fatti.
Tullio Nunzi – Meno poltrone più panchine