CIVITAVECCHIA – Dal Dottor Carlo Tarantino riceviamo e pubblichiamo:
“La pandemia fa paura e costringe a cambiare abitudini, prendere precauzioni, adottare strategie di sopravvivenza. Distanziamento sociale, mascherine, test diagnostici, approccio scientifico e la consapevolezza che ognuno di noi, insieme alle istituzioni sanitarie e politiche, deve collaborare per raggiungere l’obiettivo comune di salvaguardare la salute dei cittadini, in particolare di quelli più fragili, sono gli strumenti indispensabili per sperare di uscire fuori da questo incubo che pervade il mondo intero.
Dopo il picco di casi riscontrato nella RSA Madonna del Rosario, dove si è registrato un notevole numero di decessi fra i pazienti ricoverati, e l’accertamento di numerose positività tra gli operatori e i degenti dell’Ospedale San Paolo, si è creato in città un clima di inquietudine e di sfiducia destinato a prolungarsi dopo il riscontro dell’ulteriore cluster nella RSA Bellosguardo; tale clima, determinato da una lettura non adeguatamente corretta dei dati numerici e alimentato da una serie di interventi, sia sulla stampa che sui social, in cui la collettiva ricerca di soluzioni è passata in secondo piano rispetto al desiderio semplificatore di trovare ‘capri espiatori’, con l’indice puntato contro presunti responsabili. Nessuno nega che ci sia stato un numero rilevante di casi nel nostro comprensorio ma va evidenziato come gran parte di questi si siano riscontrati in alcuni presidi sanitari, mentre i casi accertati nel ‘territorio’, anche in considerazione della presenza di uno dei più importanti porti del Mediterraneo e di un numero significativo di pendolari, sono tutto sommato pochi, a dimostrazione dell’efficacia delle misure di contenimento adottate a livello amministrativo e dell’attività del locale Servizio di Prevenzione. Se poi andiamo a vedere i dati relativi alla mortalità, che non risentono come i precedenti della quantità e della tipologia del campionamento che influisce in modo significativo sul riscontro dei contagi, troviamo dei valori più bassi rispetto alla media nazionale e che percentualmente sono in gran parte relativi ai pazienti ospitati nelle strutture residenziali. Civitavecchia, per quanto riguarda la popolazione generale, che ha dimostrato grande senso civico seguendo scrupolosamente le indicazioni governative, non può essere paragonata alla situazione della Lombardia come qualcuno cerca di insinuare e le Istituzioni Sanitarie Pubbliche non possono essere considerate responsabili di altrui inefficienze. Gli operatori sanitari e i servizi preposti profondono quotidianamente un impegno eccezionale e i risultati del loro lavoro sono tutt’altro che mediocri come alcuni provano ad insinuare: lasciamoli lavorare con serenità, non distraiamoli e facciamogli arrivare il nostro supporto, ne hanno bisogno tanto quanto tutti noi abbiamo bisogno di loro. Le problematiche riscontrate non sono circoscritte alla nostra realtà locale ma hanno interessato ed interessano ogni Paese della Terra; non a caso l’intera comunità scientifica si trova a confrontarsi con qualcosa di nuovo e solo il tempo, l’esperienza e l’ingegno ci aiuteranno a trovare le soluzioni adeguate alla risoluzione della pandemia.
Da cittadino coinvolto in prima persona nella tematica della disabilità ritengo, in un momento drammatico come l’attuale in cui tutti ci stiamo rendendo conto di quanto sia importante la Sanità Pubblica e di cosa significhi l’isolamento e la fragilità, che abbiamo la possibilità di riflettere sull’importanza di garantire a tutti le prestazioni assistenziali necessarie, specialmente ad anziani e disabili, e di studiare nuovi approcci che possano dar loro prospettive di vita più dignitose con dei mezzi, quali il budget di cura individuale già previsto per legge, che permetterebbero alle famiglie di potersi occupare in prima persona dei loro cari, bisognosi di cure, di assistenza e anche di amore.
Da medico e da persona coinvolta in prima linea nella gestione della problematica spero che, ferma restando la necessità di individuare eventuali errori e responsabilità dei singoli, nessuno sia rallentato nello svolgimento del proprio lavoro per controbattere alle polemiche. E’ necessario impegnare ogni energia per evitare che situazioni analoghe a quelle che stiamo osservando nelle RSA locali e su tutto il territorio nazionale, si ripetano nel comprensorio e per fare in modo che si recuperi, nella nostra comunità, la fiducia nei confronti del locale nosocomio. In mancanza di ciò si corre il rischio, assolutamente non trascurabile, che i soggetti fragili ospiti delle RSA e delle RSD, già isolati e allontanati dai loro cari in un sistema che ha delegato la loro cura a soggetti imprenditoriali terzi, continuino a morire in strutture che non hanno a disposizione strumentazione, personale e mezzi per curali in modo adeguato e che coloro che necessitano di trattamenti ospedalieri urgenti evitino di ricorrere alle cure necessarie: questo potrebbe comportare una perdita di vite umane addirittura superiore a quella provocata dal Covid19″.
Dr. Carlo Tarantino