Agresti: “Rivendico il mio diritto di fare politica”

LADISPOLI – Dal Professor Riccardo Agresti, Dirigente scolastico dell’IC “Corrado Melone” di Ladispoli, riceviamo e pubblichiamo:

“In occasione della chiusura delle celebrazioni del Sommo Poeta, avevo postato un ringraziamento a docenti e studenti della Scuola che dirigo per i molti lavori egregiamente eseguiti in ricordo di Dante Alighieri e, quasi per scherzo, in chiusura ho postato anche una divertente vignetta satirica (pubblicata qualche tempo fa quando, in occasione della richiesta fatta dal Sindaco Grando di farmi cacciare da Ladispoli perché chiedevo spazi adeguati alla mensa dei bambini), mi si paragonava, assolutamente immeritatamente, al Grande Esule.
Apriti cielo! Il segretario di un partito politico, in tandem con uno dei miei hater (ultimamente sono diminuiti, forse i soldi provenienti da chi sappiamo sono finiti), mi ha accusato di fare politica a Scuola (lui ha usato la minuscola).
Premetto che Facebook non è la Scuola (e meno male!), ma comprendo che, per chi abbia problemi con la cultura, la confusione possa esistere e purtroppo le conseguenze le vediamo e ne paghiamo tutti gli effetti.
Premetto anche che non capisco cosa ci sia di sbagliato nella “Politica” (dal greco “gestione della comunità”, polis significa città), visto che lo stesso Aristotele parlava dell’uomo come “animale politico”, ma comprendo che per chi non abbia studiato o sia in malafede, sia facile confondere la “Politica” con i politici, che sono ben altra cosa e che con la loro ipocrisia e malafede spesso tradiscono la “Politica”, se non il loro stesso partito. Costoro non vogliono che i cittadini studino, comprendano e capiscano di politica per consentire a chi detiene il potere di rubare, direttamente ed indirettamente, indisturbatamente.
Premetto infine che, sebbene io sia un dirigente scolastico, servo dello Stato, resto anche un libero cittadino che può esprimere le proprie opinioni. Certamente non parlo in classe agli studenti di cosa “non faccia” l’attuale amministrazione nei loro confronti (chi non conosce la Scuola nemmeno sa che in Italia il dirigente scolastico non insegna in classe), ma almeno io parlo solo di ciò che conosco (ben poco) e solo di ciò di cui posso portare le prove. Guardando altri post ci sarebbe da rimandare moltissimi a Scuola a studiare la nostra amata lingua italiana ed il metodo scientifico galileiano.
Tutto quanto premesso occorre far notare che ogni singola frase, ogni singolo gesto, che sia mio o di chiunque altro, è “Politica”, nel senso gramsciano del termine. Noi, vivendo ed agendo (o anche non agendo), facciamo “Politica” ed insegniamo, agendo o non agendo, la nostra visione “Politica” a chi ci osserva. Ovviamente anche quel mio post (e il testo che state amabilmente leggendo) sono “Politica” dalla prima all’ultima parola. Entrambi esprimono un pensiero, una visione, una idea: la mia; nella fattispecie amore per la crescita culturale che sola permette di essere liberi.
Purtroppo, per alcuni prezzolati, la politica (da notare la minuscola) si limita al tifo da stadio e guai a chi “tocca” il padrone che si sono scelti, per cui non appena esca una voce libera, le si impone di fare silenzio o, come scrittomi da questo signore che riempie la propria pagina di simboli del proprio partito, di non scrivere di politica su Facebook, di fare opposizione nelle sedi opportune, di non “fare politica a scuola!”.
Certo è che quando si scambia Facebook per una scuola, è anche inutile proseguire il discorso, ma la quantità di persone che si informano solo tramite Internet è molto preoccupante, per cui proseguo facendo sommessamente notare che io non faccio alcuna opposizione politica in alcuna sede (opportuna o meno) e se ho preso posizione (non “contro”, ma “a difesa”) è stato solo per difendere i diritti dei bambini affidatimi cui è stata scippata la sala polifunzionale, nata come mensa scolastica della “Melone”, poi astutamente intitolata al povero Marco Vannini e quindi vuotamente, benché pomposamente, denominata “teatro” da chi un teatro nemmeno sa cosa sia e conseguentemente nemmeno ci è mai entrato a guardarlo. Quella sala è ormai da oltre un anno vuota ed inutilizzabile, mentre i bambini sono costretti da oltre un anno a mangiare nelle proprie aule per volontà di chi dovrebbe agire per il bene di tutti, soprattutto dei più deboli.
Ovvio che fino a che i bambini non voteranno e non faranno guadagnare nessuno costruendo obbrobri edilizi, la loro difesa resterà solo la mia.
Allora rivendico il mio diritto non solo a fare “Politica”, come fanno tutti e come è giusto facciano tutti, ma anche a dichiarare che dovrebbero fare silenzio coloro i quali non sanno di cosa parlano o, peggio, lo sanno benissimo, ma devono distorcere la realtà facendo la loro “politica” da quattro soldi per recuperare voti a buon prezzo dagli ignoranti (letteralmente: “coloro che non sanno”) per aiutare la meschinità dei loro padroni che se ne infischiano del bene dei loro piccoli concittadini. Se ne infischiano solo perché i bambini non votano ancora e, se non studiano, potranno essere ancora turlupinati e spinti a votare chi, come l’esimio segretario di partito, vorrebbe non votassero mai, almeno non con la loro testa”.

Riccardo Agresti – Dirigente scolastico dell’IC “Corrado melone” di Ladispoli