LADISPOLI – Da Ladispoli Attiva riceviamo e pubblichiamo:
“È notizia di questi giorni che dei fondi stanziati nell’ultimo piano di zona regionale circa 1,2 milioni di euro non sono mai stati spesi dai comuni di Ladispoli e Cerveteri per le politiche sociali. Una vergogna.
In questo dato si attesta tutto il fallimento del nostro distretto sociale. Sarebbe bastato trasformare questi soldi in progetti per offrire alla parte più fragile della nostra comunità maggiori servizi e protezioni di cui usufruire.
Molti di voi si chiederanno: come è stato possibile? Facile, in questi anni si è pensato più alle varianti urbanistiche che ai bisogni delle persone in difficoltà, e non si è fatto nulla per creare un distretto efficiente e funzionante. E sarebbe bastato davvero poco per evitare questo disastro.
Ad esempio in quest’ultima consiliatura nessuno dei due comuni ha:
– Potenziato il personale dell’ufficio di piano rendendolo autonomo (malgrado la possibilità di utilizzare i fondi regionali disponibili a tale scopo)
– Unificato i servizi dei due comuni in ambito sociale (come impone la legge regionale)
– Creato una vera agenzia di monitoraggio e coprogettazione con il Terzo settore (come auspicato dalle leggi regionali)
– Attivato il PUA (punto unico di accesso ai servizi nell’ambito socio sanitario) ed il segretariato sociale.
E soprattutto nessuno dei due comuni ha mai attivato le procedure per la trasformazione del distretto sociale in un vero e proprio consorzio (come impone la legge regionale) che avrebbe semplificato la gestione amministrativa, diminuito le disfunzionalità e velocizzato i processi.
Insomma bastava davvero poco per poter imporre un cambiamento in un settore così delicato della nostra comunità.
Non sappiamo con quale faccia il sindaco Grando – che nell’ultima campagna elettorale aveva promesso discontinuità nelle politiche sociali rispetto al passato – andrà a chiedere di nuovo i voti sapendo che nel corso di questi ultimi anni centinaia di famiglie in difficoltà, anziani e tantissimi soggetti fragili sono stati trattati dalla sua amministrazione, e dal distretto del quale fa parte al 50%, come l’ultima ruota del carro”.
Ladispoli Attiva