Cfft perde il ricorso al Tar nel merito, dovrà pagare le nuove tariffe dei controlli frontalieri

La Cfft, Civitavecchia Fruit & Forest Terminal , dovrà pagare le nuove tariffe dei controlli frontalieri a Civitavecchia così come ha deciso il Tar del Lazio nella sentenza del 07 Dicembre 2021. A riportare la notizia è il giornale on line Shipping Italy. A Marzo dello scorso anno entrò in vigore un decreto legislativo che recepiva il regolamento europeo del 2017 n. 625 relativo “relativo ai controlli ufficiali e alle altre attività ufficiali effettuati per garantire l’applicazione della legislazione sugli alimenti e sui mangimi, delle norme sulla salute e sul benessere degli animali, sulla sanità delle piante nonché sui prodotti fitosanitari”. Successivamente all’entrata in vigore del decreto il Posto di Controllo Frontaliera di Civitavecchia, che dipende dal Ministero della Salute, ha applicato le nuove tariffe contestate fin da subito da CFFT che impugnò il provvedimento ritenendo gli aumenti enormi e chiedendo al Tar  “ il risarcimento di tutti i danni subiti e subendi“. La concessione della sospensiva del 9 Luglio 2021 fino alla discussione del merito da parte del Tribunale Amministrativo aveva fatto ben sperare, in realtà la pronuncia del Tar ha respinto il ricorso della CFFT che dovrà così pagare le tariffe aggiornate. Nelle motivazioni si legge che “Orbene, dal quadro normativo appena descritto discende che le tariffe indicate nella nota del PCF del Porto di Civitavecchia del 29 marzo 2021 costituiscono diretta applicazione di quanto disposto dalle norme sopra richiamate, e segnatamente dall’allegato 1 sez. 2 e dall’allegato 5 modulo 14 del D. Lgs. 32/2021. Invero, l’Amministrazione si è limitata ad applicare quanto previsto – dettagliatamente – dalla normativa di settore. Né avrebbe potuto operare diversamente“. Il ricorso è quindi respinto. In attesa di eventuali azioni ( appello, sospensioni….) da parte della  Cfft sarebbe necessario capire se il rischio, paventato dalla società durante il processo, di  ” “interrompere la propria attività e con essa i rapporti commerciali con le imprese clienti appaltatrici e con le altre imprese dell’indotto, con gravi ricadute anche sul fronte dell’occupazione” sia concreto o no. Sarebbe un ulteriore duro colpo per la città e per lo scalo cittadino già in crisi occupazionale con molte vertenze aperte.