CIVITAVECCHIA – Dalla Fiom Civitavecchia Roma Nord Viterbo riceviamo e pubblichiamo
“Il periodo di cosiddetta “massimizzazione” dovuta alla crisi energetica è finito e la Centrale ha già iniziato un calo produttivo che, salvo sorprese, si preannuncia costante verso la cessazione definitiva. L’interessamento (ENI, CdPEquity e CIP) sull’eolico offshore e il protocollo Regione-Comune-MIT (che sostanzialmente conferma il “Piano perla Transizione Ecologica di Civitavecchia”) sono notizie positive, ma non è ancora dato sapere nulla sulla necessaria filiera che dovrà nascere per garantire davvero tutta l’occupazione con la decarbonizzazione.
Non è difficile immaginare quale scenario si apre sui metalmeccanici degli appalti, con una Torrevaldaliga nord in calo mentre i progetti di riconversione sono assenti o ancora in fase embrionale, come già successo nel biennio 2019-20 quando le casse integrazioni sono letteralmente esplose per i dipendenti stabili dell’indotto. Stavolta a tutto questo si aggiunge la difficile situazione dei lavoratori con contratto a termine che hanno già subìto il mancato rinnovo e la preoccupazione per gli altri in scadenza.
Il declino di TVN è già iniziato, si iniziano già a vedere gli effetti e il 2025 è ormai dietro l’angolo. Per tutti questi motivi è proclamato lo stato di agitazione per tutto l’indotto metalmeccanico di Torrevaldaliga nord.
Dai prossimi incontri istituzionali ci aspettiamo concretezza, passo veloce e chiarezza sui progetti da realizzare, con quali investimenti e tempistiche. Tutti elementi che fin qui sono mancati.
Continuiamo a rivendicare, per Civitavecchia, che vanta una storica tradizione industriale e un’area portuale di primaria importanza, la realizzazione di un centro industriale + relativa filiera produttiva legata alle tecnologie a fonti rinnovabili.”