SANTA MARINELLA – “Il Paese che Vorrei ritorna sui PEBA e risponde alle sconcertanti dichiarazioni al proposito del Piano Eliminazione Barriere Architettoniche da parte della vice-sindaca Gaetani. Queste denotano l’approssimazione con cui la nostra città viene amministrata. Cerchiamo di fare chiarezza tra le tante inesattezze, senza nessuna bassezza o ipocrisia, solo raccontando la storia del Piano nella nostra città.
Per prima cosa correggiamo gli errori normativi, gravi per un avvocato che dichiara di interessarsi all’argomento. La legge che ha reso obbligatori i PEBA non è del 2006 ma del 1986 ( L. 41/86 ) ed è stata poi integrata nel 1992 L. 104/92 ). Nel 2006 è stata emanata la Legge 67, quella per cui l’Amministrazione è stata condannata.
La vicenda dei PEBA a Santa Marinella parte il 30.12.2013 quando alcune associazioni locali insieme al Tavolo tecnico dell’agibilità e dell’accessibilità del Tribunale di Civitavecchia fanno approvare all’unanimità una mozione che impegnava Sindaco e Giunta alla redazione del piano. Si fa presente che del tavolo faceva parte anche l’Ordine degli avvocati, tanto che il presidente del tavolo era il presidente dell’Ordine stesso. Risulta difficile comprendere perché l’avvocato Gaetani non ne fosse informata.
Comunque nel 2014, grazie al lavoro della consigliera Paola Rocchi, nel Piano Triennale delle opere pubbliche furono stanziati duecentomila euro per procedere alla redazione del documento e all’abbattimento di alcune barriere. Stanziamento che successivamente fu tolto dall’allora consigliere delegato al bilancio, che giustificò la scelta con gli obblighi del Fondo di solidarietà (sacrificare i diritti dei disabili sembrò la scelta migliore).
Nel novembre 2018, nel corso di un’assemblea pubblica svolta in biblioteca, promossa dall’assessore alle attività commerciali e dal delegato alla disabilità, a seguito di un intervento da parte di un rappresentante delle associazioni che chiedeva informazioni sullo stato dei PEBA, pur se la risposta fu vaga, si giunse a un accordo di collaborazione. La settimana successiva si svolse un incontro con il delegato alla disabilità al Parco delle Foibe, nel quale fu confermata la volontà di collaborare (tutti eventi pubblicizzati dall’amministrazione).
Il 9 dicembre 2018 al Parco Kennedy si svolse la manifestazione “Non ti nascondere” dedicata completamente a questa vicenda. Tra i relatori l’onorevole Laura Coccia (PD), diversi componenti del Disability Pride e dell’associazione Luca Coscioni. Erano presenti anche l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Santa Marinella, la delegata alle pari opportunità e il delegato alla viabilità. Il delegato alla disabilità riferì di non potere essere presente per indisposizione.
Alla fine della serata i relatori e i rappresentanti del Comune si accordarono per collaborare alla stesura del PEBA. Decisero anche di darsi appuntamento un anno dopo e stabilirono che se non fosse stato prodotto nulla si sarebbe iniziata un’azione legale (l’evento fu trasmesso in diretta nazionale sui network del Pride e della Coscioni).
La vicenda dei PEBA di Santa Marinella divenne di dominio pubblico. Radio Radicale ne parlò continuamente. Se ne parlò alla famosissima assemblea pubblica organizzata dalle “Sardine” per la conclusione delle regionali dell’Emilia Romagna del gennaio 2020 a Bologna con oltre centomila persone presenti. Fu oggetto di altre manifestazioni a Roma. Se ne parlò in tutti i Disability Pride successivi alla manifestazione del 2018. Fu oggetto di un convegno all’Università di Modena e fu messa all’attenzione anche del Ministro Locatelli all’ultimo evento dedicato ai PEBA svolto alla Casa dell’architettura di Roma. Di tutto questo la vicesindaca Gaetani non sapeva nulla?
Nonostante le disattenzioni della vicesindaca, le associazioni di categoria hanno presentato puntualmente osservazioni, tutte regolarmente protocollate nell’ottobre 2022. I contributi, però, sono stati solo minimamente accolti. La nuova proposta pubblicata nel settembre 2023 è poco di più di quella dell’anno precedente e sostanzialmente ignora le richieste delle associazioni. Non tiene neanche conto delle indicazioni del perito nominato dal Giudice Sorrentino.
Per quale motivo è accaduto tutto questo? Come mai le pubblicazioni della Giunta coincidono puntualmente con le date dell’udienza? Perché dal 2013, anno in cui inizia tutta la vicenda, si è deciso di presentare un PEBA del tutto insufficiente (come dichiara lo stesso arch. Borruso) soltanto quando il contenzioso legale era terminato e si aspettava la sentenza??
Ognuno si dia le risposte che ritiene opportuno”
Il Paese che Vorrei