LADISPOLI – Dal Circolo Sinistra Italiana Litorale Nord “Mahsa Amini” riceviamo e pubblichiamo:
“Abbiamo riflettuto e approfondito la situazione che si è venuta a creare sabato sera a Ladispoli, dovuta alla “fuga” del leone Kimba e possiamo dire che ancora molti aspetti sono poco chiari:
– ci sembra che il Circo sia ad una distanza insufficiente dal centro abitato
-l’inspiegabile causa della fuga che dimostra una mancata messa in sicurezza dell’animale
– la modalità di cattura (non si menziona la presenza della ASL né del veterinario esecutore del lancio dell’anestetico né della verifica delle condizioni di salute del leone, dopo la cattura)
– quali siano le effettive responsabilità del Sindaco
– come sia stato possibile che il leone fosse ricondotto nella stessa struttura
E’ vero che la normativa nazionale consente l’utilizzo di animali nei circhi a patto che siano quelli già presenti e/o nati in quella struttura, ma qualcosa si può fare sicuramente, in attesa di una divieto totale rimandato al 2024.
A tale riguardo il Regolamento comunale sul possesso e sulla tutela degli animali Approvato dal Consiglio C. con delibera n. 14 del 01/04/2014, furono stabiliti principi etici generali di disincentivazione a tale utilizzo ponendo in primo piano il rispetto della dignità degli animali, delle loro caratteristiche etologiche e prevedendo, in particolare, la vigilanza igienico-sanitaria su tali strutture introducendo la figura del veterinario di riferimento del Circo e dei servizi veterinari della ASL; inoltre stabiliva la distanze minime dai centri abitati e, infine, prevedeva sanzioni per le inadempienze.
Infine, fu scritto che sarebbero state prese in considerazione, in via prioritaria, le domande da parte dei Circhi che non utilizzano animali.
Ecco! La normativa non vieta esplicitamente tale attività, ma i Sindaci possono in modo virtuoso incoraggiare Circhi “eticamente sostenibili” che sono anche molto attraenti e artisticamente eccellenti, in molti Comuni già si pratica una tale scelta.
Il Sindaco ha dichiarato che convincerà il Circo a lasciare la città, già! Purtroppo può solo convincere in quanto il REGOLAMENTO PER LA CONCESSIONE DI AREE DA DESTINARE AGLI SPETTACOLI VIAGGIANTI, LUNA PARK E CIRCHI Legge 18.03.1968 n. 337 T.U.L.P.S. artt. 68 – 69 – 80 APPROVATO ED ALLEGATO CON DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE N. 63 DEL 20/12/2018 non stabilisce neanche le sanzioni e non troviamo traccia alcuna di una minima disincentivazione a tale pratica nonostante le dichiarazione dell’attuale e Sindaco durante la sua prima campagna elettorale che disse: “Mai più circo con gli animali”; al contrario, ha stilato un regolamento che tende ad incoraggiarle.
Non a caso, gli accordi di ieri prevedono che il circo rimarrà senza utilizzare gli animali per gli spettacoli.
La storia iniziata sabato sera si è protratta per tutta la giornata di domenica, durante la quale abbiamo assistito da una parte (anche se ne siamo venuti a conoscenza in modo tardivo) ad una condivisibile manifestazione contro l’utilizzo di animali nei circhi, dall’altra ad un indicibile aumento degli spettatori incuriositi da “Kimba l’avventuriero” che ha fatto di lui ancora di più un “fenomeno da baraccone” aumentando l’indignazione da parte di molti di noi, per non parlare, poi, dell’utilizzo della sua immagine a scopi pubblicitari.
Fine della storia di Kimba.
Il Sindaco, per la giornata di ieri, ha disposto lo sgombero dei senzatetto dalla zona sottostante il ponte della ferrovia, non abbiamo indicazioni di dove verranno collocati.
Ci auguriamo che tutti mostrino la stessa solidarietà mostrata verso Kimba, verso tali persone disagiate.
Ci auguriamo che con altre modalità l’ampia partecipazione che ha avuto la manifestazione di protesta davanti al Circo si ripeta per chiedere il cessate il fuoco per i due conflitti bellici che stanno devastando le nostre vite e la nostra democrazia.
Che lo stesso sdegno e gli stessi numeri di partecipazione collettiva ci siano nelle manifestazioni per la difesa della sanità pubblica, dei tagli agli stipendi e alle pensioni.
Solo così potremmo dire che apparteniamo ad “una sola moltitudine”