CIVITAVECCHIA – Da Enel solo generici impegni privi di vera concretezza. E’ questo, in breve, il succo dell’incontro sul phase-out dal carbone della centrale di Torrevaldaliga Nord tenutosi ieri presso la Regione Lazio. Chiamata ad intervenire sul futuro del sito, infatti, l’azienda elettrica non ha fatto altro che riproporre la propria disponibilità a una collaborazione con le imprese locali, a lavorare sulla logistica ma affidandosi ad aziende del settore, e, da ultimo, a realizzare impianti fotovoltaici benché in accordo con il territorio. Tutto qui.
Come può intuirsi, una prospettiva che porterebbe ben poco in termini di nuovi investimenti e occupazione – a parte forse per la logistica, comunque tutta da verificare – e che pertanto è stata oggetto di pesanti e comprensibili critiche da parte di tutti gli esponenti locali.
Ciònonostante così stanno le cose, su cui possiamo fare un paio di considerazioni.
La prima, oggi a tutti evidente, è che la posizione di Enel su Civitavecchia non dipendeva certo dal piano industriale recentemente presentato, come invece è stato raccontato per mesi alla città e alle stesse istituzioni regionali e nazionali.
La seconda, assai più seria – ma potremmo sbagliare – è che non si sappia ancora bene cosa fare di Torrevaldaliga Nord: perché se al momento rimane confermata la chiusura dell’impianto al 2025, non è davvero pensabile che a soli 7 mesi dalla scadenza dei termini previsti per presentare il piano di chiusura dell’impianto (ovvero entro il 30/06/2024 secondo la vigente AIA) il piano di valorizzazione di aree così ampie e importanti si riduca ai pochi interventi richIamati. Quindi, delle due l’una: o Enel non vuole ancora scoprire le carte circa il post-carbone, o qualcuno in alto sta ragionando su un diverso scenario.
In entrambe le ipotesi, crediamo sia ormai doveroso fare chiarezza e pretendere un intervento decisivo del Governo, che rimane peraltro il principale azionista di Enel. Da tempo il territorio, in modo unanime, rivendica risorse e incentivi per uno sviluppo sostenibile che garantisca almeno l’attuale occupazione e non si può certo pretendere che per avere qualche risposta debba attendere il prossimo tavolo interministeriale previsto a gennaio. I tempi ristretti e la crisi che avanza impongono risposte urgenti.
La regione Lazio, occorre dirlo, continua da parte sua a garantire il proprio impegno. Tanto che, come annunciato dalla Vicepresidente Angelilli, saranno convocati a breve incontri di approfondimento tecnico sulle diverse tematiche aperte: a partire innanzitutto dalla logistica – in ragione del piano industriale presentato nel 2022 da Enel Logistics – ma anche sulla Zona Logistica Semplificata e le energie alternative, sul possibile ricorso all’Area di crisi complessa e sul tema delle aree disponibili per nuovi insediamenti produttivi. Tutto bene e giusto, per carità, ma sulle decisioni fondamentali è notte fonda.
Forse converrà iniziare a immaginare nuove iniziative di mobilitazione. Di certo, non si può restare a bagnomaria in eterno”
USB Civitavecchia