Santa Marinella e lo scandalo che ha travolto il Sindaco Pietro Tidei negli ultimi mesi, finendo su tutte le cronache nazionali, è stato al centro della seconda parte della puntata di Farwest condotta ieri da Salvo Sottile su Rai Tre.
Un lavoro, quello della redazione Rai, che ha provato a ricostruire l’intricata vicenda del tentativo di corruzione ai danni del sindaco Tidei, da cui è nata l’inchiesta della Procura, ripercorrendone anche la storia della famiglia e l’attività imprenditoriale. Un faro puntato sulla poca trasparenza della “gestione del potere” che qualche interrogativo di opportunità fa sorgere. Attraverso interviste ad “amici” e “soci” viene fuori l’ovvio, quello che, per usare le parole di un socio dei Tidei sentito telefonicamente in trasmissione, sanno pure “i serci”: dietro alcune società, schermate da una fiduciaria, di cui si parla da anni nel territorio c’è la famiglia Tidei. Allora perché negarlo e nasconderlo? L’attività politica non impedisce l’attività imprenditoriale. Certo un personaggio pubblico è sottoposto a un principio di maggiore trasparenza, correttezza e attenzione rispetto a un privato cittadino ma nulla impedisce di intraprendere strade parallele alla carriera politica, purché restino parallele e non si incrocino per interessi. Per quanto riguarda l’inchiesta per la tentata corruzione sarà la magistratura a stabilire le eventuali responsabilità così come sulla diffusione di video che poco ci interessano, se non nel richiamare il rispetto delle sedi istituzionali. Quello che invece provoca prurito è il non poter parlare su fatti che tutti sanno ma che alcuni fanno finta di non sapere. Il così detto “non si può dire”. Il “santo nego” cade davanti alla evidenza dei fatti: visure camerali e dichiarazioni di amministratore e di uno dei soci, con un sindaco, alla fine, non poco in difficoltà nel rispondere.
“Lo sanno pure i serci” e poi ci chiediamo perché la fiducia dei cittadini nella classe politica ad oggi sia ridotta ad un lumicino.