CIVITAVECCHIA – Le conquiste attraverso le lotte che si sono susseguite negli anni per l’affermazione dei diritti delle donne e delle soggettività lgbtqi+ sono sotto attacco.
Esiste un problema di radice culturale che lega sistematicamente ogni tipo di oppressione e di violenza. Ci sembra infatti che da tempo si stia imponendo in Italia una cultura conservatrice e bigotta, rivendicata e difesa da tutte le forze politiche che sono oggi al governo del Paese e con la quale si provano ad imporre logiche oscurantiste e dichiaratamente contrapposte alle libertà di genere e alle conquiste politiche e sociali che le donne hanno raggiunto negli ultimi decenni . Una cultura che ci sembra essere direttamente connessa a quelle logiche violente e machiste che non si fanno problemi ad alimentare quei conflitti che oggi mietono centinaia di migliaia di vittime innocenti in mezzo mondo. Logiche di guerra che rischiano di far ripetere ciò che la storia avrebbe dovuto insegnarci a rifiutare ad ogni costo e che invece si ripropongono in tutta la loro drammaticità. Logiche che legittimano o addirittura alimentano conflitti o, come nel caso del popolo palestinese, tacciono di fronte a forme disumane di genocidio. Visioni del mondo e della società che detestiamo e che ci spaventano profondamente. Manifestazioni di una cultura patriarcale e reazionaria che, da una parte mette ancora oggi in discussione il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza e non fa nulla per colmare quella disparità salariale più volte denunciata dal movimento femminista e dall’altra lucra sfacciatamente sulla vita e la morte di milioni di disoccupati, precari, lavoratori e lavoratrici.
Di fronte a queste disparità, a queste ingiustizie, a queste provocazioni, tutte collegate tra loro, diventa quindi necessario ribellarsi e lottare. Anche per questo quando giorno dopo giorno ci arrivano notizie di soprusi e violenze contro le donne non pensiamo mai alla pura e semplice casualità, all’episodio isolato, al gesto di un folle. Violenza fisica, psicologica, controllo della vita fino all’annullamento della persona non sono soltanto tragiche esperienze personali, ma diretta espressione di quella cultura patriarcale contro la quale ci battiamo ogni giorno.
La liberazione delle donne e delle soggettività lgbtqi+ da ogni tipo di oppressione passa quindi anche dalle lotte contro il classismo, il razzismo e l’omofobia, perché tutte le lotte sono legate dall’oppressione di un sistema patriarcale e capitalista.
Ringraziamo quindi le giovani organizzatrici che hanno sentito il bisogno scendere in piazza anche a Civitavecchia durante la Giornata Internazionale della donna. L’8 marzo saremo con loro e invitiamo tutte e tutti ad unirsi a questa bella manifestazione, perché, come diceva Rosa Luxemburg “la libertà delle donne è il segno della libertà sociale” e oggi più che mai a certe libertà non vogliamo proprio rinunciare”
Unione Popolare Civitavecchia