CIVITAVECCHIA – “Nei giorni scorsi in una trasmissione radiofonica ho sentito uno dei candidati Sindaco affermare che è necessario rifare ex novo il Piano regolatore generale, in quanto risalente al 1967. Nella nostra coalizione l’argomento è stato a lungo dibattuto e approfondito, addivenendo ad una diversa considerazione, ovvero che è sufficiente procedere ad una revisione di quello esistente, individuando nuovi e più snelli strumenti di programmazione. In estrema sintesi, le motivazioni sono essenzialmente due:
la prima è che il Piano regolatore, essendo uno strumento di pianificazione e controllo del territorio basato sostanzialmente sul concetto di espansione urbana, è stato approvato negli anni sessanta quando era alta la necessità di alloggi e sulla base di una previsione di crescita della popolazione residente che attualmente è molto inferiore a quella stimata; oggi il dato di fatto è che ormai resta poco o nulla da espandere: il nostro è un territorio comunale limitato, già altamente urbanizzato, con un considerevole patrimonio di case inutilizzate, in gran parte bisognoso di riqualificazione: basti pensare che a fronte di oltre 20.000 abitazioni esistenti, abbiamo il paradosso delle lunghissime liste di attesa dei richiedenti un alloggio di edilizia popolare.
La seconda motivazione è che il Piano regolatore non è stato mai pienamente rispettato, per molteplici motivi: molto abusivismo sviluppatosi nel dopoguerra per reali necessità, ma anche a fini speculativi; il profitto della rendita fondiaria che ha prevalso sul diritto all’abitare e, quindi, l’interesse privato sull’interesse pubblico; il patrimonio edilizio troppe volte frutto di clientele;i continui condoni intervenuti.
Insomma, la situazione è ora visibile a tutti: situazioni di squilibrio e degrado, viabilità non adeguata, offerta di servizi confusa e insufficiente, poco verde pubblico, mancata sinergia fra porto e città, risposte parziali in tema di edilizia popolare.
Ritengo, pertanto, che la risposta non possa esaurirsi nel rifacimento del PRG, poiché non solo sarebbe una risposta parziale, asettica e sostanzialmente inutile perché non affronterebbe i problemi reali, ma soprattutto non determinerebbe una visione di città che è invece assolutamente necessaria: i nuovi strumenti di programmazione, che noi riteniamo possano essere i Programmi di rigenerazione urbana previsti dalla recente Legge regionale e i Piani Strategici, devono, infatti, essere in grado di coniugare il diritto all’abitare con i servizi pubblici, la produzione economica con i servizi alle imprese, gli spazi urbani con i servizi collettivi, lo sviluppo sostenibile con l’innovazione e devono contemplare la valorizzazione delle risorse tradizionali del territorio.
Tutto questo se vogliamo il miglioramento della qualità della vita dei cittadini e una città più bella e includente, in cui tutti i suoi abitanti riescono a vivere, a muoversi, a lavorare, a crescere, in maniera sostenibile; una città che non conduca all’isolamento, non rafforzi le discriminazioni e non mortifichi la dimensione pubblica e sociale.
Di seguito provo a sintetizzare alcuni impegni che a mio avviso sono raggiungibili nei primi 365 di mandato:
1)Adeguamento del Piano Regolatore Generale: come già detto, il nostro Piano Regolatore Generale è ormai datato risale al 1967 ed è stato modificato nel corso del tempo da oltre 30 varianti e da numerosi interventi di opere pubbliche in variante. Allo stato capire la destinazione urbanistica di un’area e le possibilità edificatorie e di trasformazione è un’operazione ardua che soltanto esperti e professionisti del settore riescono a svolgere e molte volte a fatica. È necessario fare un’operazione di pulizia e riordino rielaborando le originarie previsioni del PRG con le modifiche intervenute, liberare le aree a vincolo decaduto bloccate da previsioni obsolete e ormai inattuabili. Tutto ciò è possibile, in applicazione alla normativa di settore e con le procedure attualmente in vigore è possibile raggiungere l’obiettivo in tempi certi e definiti. Adeguare il nostro PRG è un obbligo di legge dopo l’approvazione del PTPG (Piano Territoriale Provinciale Generale) e il PTPR (Piano Territoriale Paesaggistico Regionale).L’impegno è quello di adottare un documento chiaro e di facile consultazione da mettere adisposizione di tutta la cittadinanza sul portale del comune.
2) Piano per l’Edilizia Economica e Popolare: ad oggi il nostro Comune è sprovvisto di un PEEP (Piano per l’Edilizia Economica e Popolare), nonostante ciò sia un obbligo di legge per comuni come il nostro. È impensabile che un comune di oltre 50.000 abitanti, non sia dotato di uno strumento programmatico che consenta di risolvere l’annoso problema dell’emergenza abitativa, azzerando le lunghe graduatorie con soluzioni definitive ed adeguate alle esigenze delle famiglie. La mancanza della dotazione del PEEP non consente neanche al Comune di accedere ai fondi pubblici che annualmente vengono stanziati per la realizzazione dell’edilizia economica e popolare. L’impegno è quello di adottare il PEEP per dare una risposta all’emergenza abitativa.
3) Piano per gli Insediamenti Produttivi: Il nostro Comune è sprovvisto di un PIP (Piano Per Insediamenti Produttivi).La nostra città deve essere al passo con la dinamicità e lo sviluppo che si sta registrando nel settore produttivo, è necessario programmare in modo da essere pronti a soddisfare le richieste del mercato. Ad oggi registriamo un approccio inverso, si rincorre la richiesta cercando di trovare soluzioni del momento che, ovviamente, non si conciliano per i tempi e modalità di attuazione con quelli della richiesta. Da qui la necessità di programmare lo sviluppo del settore produttivo con piani attutivi che siano operativi ed adeguati alle esigenze di mercato e pronti a soddisfare la richiesta. L’impegno è quello di adottare un PIP per essere pronti a soddisfare le richieste degli operatori del settore e dei grandi attrattori del mercato”
Marco Piendibene – candidato sindaco di Civitavecchia