LADISPOLI – Dal dirigente dell’Istituto Melone di Ladispoli, Riccardo Agresti, riceviamo e pubblichiamo:
“Sono appena stati pubblicati i trasferimenti interregionali ed il dirigente scolastico prof. Francesco Panico ha chiesto ed ottenuto di trasferirsi alla “Melone”. A questo punto anche le più piccole speranze di rimanere a dirigere questa Scuola, che ho amato e per la quale ci ho “messo sempre la faccia”, assumendomi sempre tutte le responsabilità pur di far avere ai ragazzi la didattica migliore possibile, pagando di persona per le mie scelte, sono ormai spente.
Ovviamente resterò a dirigere la Scuola fino al 31 agosto, per organizzare le ultime attività di cui posso ancora assumermene la responsabilità (come il viaggio premio per le migliori studentesse ed i migliori studenti dell’a.s. 23/24) fino a chiudere definitivamente la mailing list scolastica che è un progetto che fu presentato e gestito da me e che inizialmente ebbe tante polemiche, ma che poi si è rivelato essere il contatto diretto fra Scuola e genitori. Al nuovo dirigente auguro di mantenere altissimo il livello di eccellenza della nostra Scuola.
Tuttavia l’eccellenza di una Scuola non dipende dal suo dirigente, ma dalla passione dei docenti e, ormai a conclusione di questo anno scolastico, che ancora una volta ha dimostrato il valore di un corpo docenti di cui come dirigente e come cittadino vado fortemente orgoglioso, è proprio come cittadino che desidero ringraziare tutti i docenti perché, al di là del contratto, nessuno di loro ha mai lasciato da soli i ragazzi, perché si sono sentiti non tanto semplici lavoratori della conoscenza, quanto componenti essenziali di una comunità che ha bisogno di loro, anche se nessuno se ne rende conto. Quindi nei miei saluti desidero esprimere ammirazione per tutti i docenti, anche di quelli delle Scuole che non ho diretto e che non conosco, perché so quanto la Scuola italiana si regga solo grazie al loro lavoro, quello di una comunità bistrattata, ma vera: quella umana. Una comunità che per sopravvivere ha necessità che i giovani apprendano dal passato vicende e conoscenze, per non ripetere gli errori già commessi. Nel nostro piccolo le comunità scolastichedella “Melone” di Ladispoli e della “Don Milani” di Cerveteri hanno dimostrato le qualità che già conoscevamo e che nei momenti di bisogno si sono maggiormente rivelate.
Desidero comunque ringraziare specificatamente tutti i docenti della “Melone” per gli apprezzamenti avuti dai genitori e da tutti gli ospiti che hanno visitato, per qualsiasi motivo, il nostro Istituto o che hanno incontrato i nostri studenti e che la hanno lodato soprattutto per la sua familiarità e funzionalità, per la vivacità della sua didattica, per la bellezza dei suoi murales e per le mille iniziative che rendono interessante lo stare a Scuola, ma soprattutto per l’educazione e la disciplina dimostrata dai ragazzi. La scuola è didattica, ma didattica non è solo stare in classe: è anche realizzare attività e progetti che coinvolgono emotivamente i ragazzi. Infatti, certamente si impara seguendo la lezione in aula, ma molto di più, e permanentemente, si impara se si è coinvolti emozionalmente. Qualcosa che colpisce l’attenzione resterà certamente meglio memorizzata di una attività noiosa. Se la Scuola migliora, non è merito del Dirigente in prima persona né ne trae alcun profitto diretto, come accadrebbe in una azienda privata di cui lui sia il padrone, ma solo i ragazzi e, conseguentemente, la società.
Un enorme ringraziamento va ora ai miei strettissimi collaboratori:gli eccellenti e veri amici Stefania Pascucci, Jessica D’Aurea, Marta Matricardi, Claudia Falanga e Pietro Ferraioli per la “Melone” e Angelo Colone, Claudia Paolangeli, Cristiano Barchielli, Stefano Mescolotto e Maria Izzo per la “Don Milani”. Amici, non soltanto collaboratori eccellenti. Il loro supporto fattivo è risultato sempre essenziale, determinante e fondamentale per l’eccellenza della Scuola a dimostrazione che non serve “comandare”, ma occorre “dirigere” e questo comporta a volte rivedere le proprie opinioni, comprendere e supportare le idee altrui, tenere sempre in mente che la Scuola esiste per i bambini ed a loro sempre occorre pensare e per il loro bene agire, anche se poi ci si attirano le “rogne”.
Delle “rogne”, delle ingiustizie subite, proprio questo ultimo anno, delle cattiverie di cui sono stato fatto oggetto non ricordo e non terrò in mente nulla. Chi ha voluto farmi del male solo perché volevo il bene dei bambini, forse non mi ha compreso, ma per me non esistono più. Non esistono gli insulti sui social o quegli articoli giornalistici che hanno volutamente travisato i fatti perché prezzolati o semplicemente per buttare il mostro in prima pagina. Io ora ricordo solo, e terrò sempre in mente, i “cinque” offertimi dai bambini ed i sorrisi delle loro mamme, il mio tempo ed il mio ricordo sono solo per loro.
Senza assolutamente nulla togliere a tutti i lavoratori della Scuola, soprattutto a quanti hanno svolto silenziosamente, con professionalità e dedizione encomiabili il proprio lavoro in aula, desidero comunque ringraziare i docenti che hanno fatto brillare particolarmente la Scuola con attività speciali e per le cui azioni si sono ricevuti chiari riscontri di gradimento da parte dei genitori e di chi è della Scuola, in questo anno scolastico ed in tutti i precedenti.
Certo ricordo, divertito, le prime riunioni dei Collegi docenti dove chiedevo di darmi del “tu” perché, sebbene in ruoli diversi, lo scopo era lo stesso per tutti: il bene dei bambini; ricordo le docenti scandalizzate per le mie metafore ardite; ricordo chi mi accusò di esautorare i consigli di classe ed i successivi ringraziamenti; ricordo quella assessora che mi definì “terrorista” e di cui ora mi onoro di esserle amico … ma soprattutto ricordo quando qualcuno mi sorrise e mi diede fiducia aiutandomi. In particolare arrivai alla “Melone” scacciato da un’altra Scuola, dove avevo dedicato tutto il mio amore e lasciato il cuore. Dove mi era stato detto che ero troppo avanti, per quel tempo e quel territorio, solo perché insistevo sull’importanza di far studiare le lingue straniere fin dall’infanzia: avevo calpestato i piedi di un allora assessore di cui non ricordo nemmeno il volto. Sono trascorsi ventiquattro anni, un tempo lunghissimo: quello che serve ai ragazzi per essere pienamente adulti. Di questi ventiquattro anni mi dispiace avere dovuto lasciare la mia cattedra di matematica e fisica, avere perso la possibilità di guardare gli occhi di tante ragazze e ragazzi, di avere perso la possibilità di svolgere ancora il lavoro più bello che ci sia: diffondere conoscenza!
Non lo nascondo, sono triste, sono quello cui dispiace di più di andare via (anzi qualcuno sta facendo festa già da un bel po’). Sono triste. Avrei voluto restare ancora perché le aule non sono tutte colorate come avrei voluto; perché i piccioni ancora insozzano la Scuola grazie al serio impegno di vari assessori molto bravi a parole; perché ancora tante illustri persone non sono venute a confrontarsi con i ragazzi; perché ancora (nonostante 14 anni di continue richieste) non abbiamo una sezione di strumento musicale; perché ancora vorrei vedere suonare la nostra orchestra, organizzata con studenti interni grazie ad un progetto della prof.ssa Antonella Frabotta, composta da giovani talenti diretti dal magico maestro Sergio Cozzi.
Tuttavia non nascondo la mia felicità.
Sono felice perché in questi anni di direzione ho incontrato persone(dall’infanzia, alla primaria, alla secondaria) bellissime dentro e fuori, perché con il lavoro di queste persone eccellenti, preparate, appassionate, abbiamo fatto brillare gli occhi dei bimbi e dei ragazzi che ci sono stati affidati, occhi che hanno scintillato nel momento in cui comprendevano perché i docenti amino la disciplina che insegnano e proprio in quel momento hanno cominciato ad amarla anche loro.
Sono felice perché ho visto sempre volti sorridenti dei ragazzi sia al momento di entrare a Scuola che all’uscita; perché ho visto bimbi salutarmi in giro per la città; perché ho visto fiducia nei volti di tutti i nostri alunni, convinti che ciascuno sarebbe stato rispettato e nessuno li avrebbe trattati male e convinti che, se anche fosse accaduto, sarebbero stati difesi dagli adulti presenti; perché ho visto la bellezza di chi è sano come persona, come famiglia, come idea.
Sono felice perché ora i nostri ragazzi volano alto e sappiamo che i colleghi delle superiori li riconoscono come migliori fra tutti in quanto più preparati, più educati, più rispettosi del prossimo e dell’ambiente. Questo miracolo avviene ogni anno solo grazie ai docenti, al loro impegno, alla loro passione, al loro amore.
Sono felice perché tutto questo è stato possibile non grazie al mio lavoro, ma solo per merito dei docenti con cui ho avuto la fortuna di lavorare e quindi sono felice perché so che sono tutti forti, che la mia presenza non è più necessaria, che hanno il coraggio di pretendere di lavorare per il bene dei nostri ragazzi come ho fatto io, di pretendere di potere uscire dall’aula per vivere con i bambini il mondo ed assimilare la cultura viaggiando per pochi metri o per chilometri, lontano dall’edificio scolastico, di poter pretendere di volere il massimo per i ragazzi. Il miracolo che è stato fatto rendendo la “Melone” e la “Don Milani” Scuole di eccellenza riconosciuta è riuscito perché sono state attuate le idee di tutti e la volontà di puntare al massimo.
Per ringraziare i docenti basterà ricordare qualche idea che ha reso la nostra Scuola unica in Italia:
ad esempio il corso gratuito di romeno all’infanzia e alla primaria per tutti gli alunni (italiani e stranieri) che provocò la reazione di un politico ancora sulla cresta dell’onda e di conseguenza una raccolta firme per cacciarmi e i titolo su tutti i quotidiani italiani e qualche testata straniera;
il francese curricolare gratuito in tutta la primaria;
il latino curricolare gratuito alla primaria e alla secondaria;
la realizzazione di cortometraggi alla secondaria che andranno in onda sulla RAI;
il corso gratuito di valzer alla secondaria;
i corsi gratuiti di strumento musicale in una Scuola non ad indirizzo musicale;
l’orchestra della Scuola in una Scuola non ad indirizzo musicale;
gli incontri periodici con personalità politiche, culturali, sportive, istituzionali eccetera;
il viaggio premio per i migliori studenti;
la cerimonia di premiazione per migliori esami finali e per gli “alfieri” della Scuola;
la presenza degli studenti in consiglio di istituto, pur essendo del primo ciclo di istruzione;
il fondo di solidarietà per consentire anche ai non abbienti di partecipare a tutte le iniziative della Scuola;
il team antibullismo;
le opere artistiche donate alla Scuola;
la presenza di personalità che vengono a leggere le favole ai bimbi;
l’ingresso dei genitori in classe per spiegare cosa sia il proprio lavoro;
Babbo Natale che entra nelle classi a fare lezione di astronomia e di fisica;
il Presepe vivente in ricordo di San Francesco;
le feste danzanti per infanzia, primaria e secondaria e la festa danzante finale per chi completa il primo ciclo di istruzione,
i gemellaggi culturali con varie Nazioni europee (Francia, Paesi Bassi, Germania, Romania, Spagna …);
le lezioni in aula verde …
Non è necessaria la presenza di una persona, di ciascuno di noi resta ciò che abbiamo lasciato nella memoria e nella mente degli amici. Resta il sorriso, l’amore, la passione. Resta la volontà di non arrendersi davanti a nulla se si opera per il bene.
Resta la memoria: non c’è alcun bisogno del Dirigente Agresti: per rendere la Melone ancora più eccellente di quanto non sia oggi è sufficiente la presenza di persone come quelle che già vi operano, perché la “Melone” sono i docenti”