CIVITAVECCHIA – “Che Civitavecchia potesse essere esclusa dal finanziamento per decarbonizzare i territori già vessati dalla produzione energetica fossile lo si era facilmente capito leggendo D.L. n° 181 del 9 Dicembre 2023, meglio conosciuto come Decreto Energia.
Civitavecchia è stata tagliata fuori dagli investimenti nelle aree del Mezzogiorno atte alla creazione di un polo strategico nazionale per la progettazione, produzione e assemblaggio di piattaforme galleggianti e infrastrutture elettriche per la produzione di energia eolica in mare.
Tra i porti individuati a beneficiare degli investimenti, Brindisi e Taranto, Civitavecchia non è presente.
Già era tutto deciso, Civitavecchia dopo 70 anni di servitù energetica non ha diritto ad aspirare ad un futuro fatto di lavoro e ambiente pulito, deve continuare ad essere asfissiata da progetti industriali improponibili, fatti di un impianto chimico in piena città quant’esso si definisca verde e per la produzione di bio fuel dall’incenerimento da rifiuti. A questo si affianca anche un indicibile piazzale per l’automotive al posto di una necessaria per quanto ancora insufficiente area boschiva, creata a compensazione degli effetti nefasti del carbone. Non si capisce poi come un progetto di automotive simile sia già stato presentato un anno fa a Piombino, per non essere mai realizzato. Il tutto in piena crisi europea dell’automotive!
L’Enel continuando la sua predazione del territorio se ne va senza farsi carico di alcuna proposta, addirittura anticipando di un anno la chiusura della centrale di TVN, limitandosi a mettere a disposizione i suoi terreni a nuovi predatori pronti a calare sulla città. Ovviamente assistiamo a questo con il bene placito di Unindustria e delle Associazioni dei piccoli industriali locali che oltre andare con il cappello in mano da Enel non sono mai state capaci di immaginare autonomamente progetti per il futuro in grado di coniugare ambiente e lavoro.
Pensiamo che si stia soffiando sul fuoco della disoccupazione appositamente per ricreare la storica frattura tra ambiente e lavoro.
Non dobbiamo permettere che questo possa avvenire ancora una volta. Bisogna che la città si mobiliti. Le Associazioni, i Comitati, i Partiti, i Sindacati ed i lavoratori devono far fronte alla tempesta che si sta apprestando all’orizzonte.
Facciamo appello alla nuova Amministrazione comunale per rispedire al mittente provocazioni quali i funesti progetti di impianti chimici in piena città, per l’incenerimento di rifiuti quantunque mascherati, mai previsti nel programma elettorale e che la destra sviluppista sta presentando.
Le soluzioni ci sono: smantellamento e bonifica dell’area TVN, non demolizione delle centrali e immediata fuga dal sito; infrastrutture portuali ed extraportuali per l’offshore eolico e la conseguente produzione di quanto ad esso necessario a Civitavecchia”
Civitavecchia Popolare