CIVITAVECCHIA – Dal consiglio direttivo del Polo Civico Civitavecchia riceviamo e pubblichiamo:
” Un lustro è ormai trascorso dal crollo del famigerato muro di Via Isonzo. La soluzione adottata provvisoriamente in tale circostanza sta a testimoniare della sollecitudine e della appropriatezza con cui sono soliti attivarsi in opere di ripristino e di decoro cittadino, per le rispettive competenze, sia l’azienda per l’edilizia residenziale che l’ente locale. Ai quali soprattutto si deve, storicamente parlando, se dopo le enormi distruzioni causate dai bombardamenti dell’ultima guerra mondiale Civitavecchia è stata ricostruita nel rigoroso rispetto dell’impianto urbanistico pianificato, introducendo in aggiunta nel contesto urbano così tanti elementi di bellezza e gradevolezza e assicurando tra l’altro un’agevole percorribilità delle arterie stradali.
Circa il tema specifico del nostro intervento vogliamo infatti azzardare un’ipotesi che al punto in cui siamo non può più ritenersi destituita di fondamento. E cioè che le nostre ripetute sollecitazioni a provvedere al definitivo riassetto dell’area, lungi dal cadere nel vuoto, venivano invece puntualmente esaminate dai destinatari ma anche scartate perché ritenute di natura troppo convenzionale. Non si stava verificando, come erroneamente reputavamo, un esagerato ritardo o una colpevole inerzia nel ripristino dell’opera. Accadeva invece che sia Ater che Comune erano intrigati da un implicito quanto lodevole intento: si astenevano dall’intervenire perché volevano svolgere un’azione di integrale salvaguardia del valore artistico che lo scoscendimento del terreno stava assumendo. Evidentemente quel breve scorcio di strada, così finemente delimitato dall’ardita opera di contenimento citata in premessa – successivamente persino migliorata – veniva ritenuto un unicum di bellezza urbana, apprezzabile sia in assoluto e sia sotto i profili tecnico ed ambientale. Mentre si notava che la patina del tempo stava contribuendo a conferirgli anche un ulteriore valore estetico, certamente non trascurabile.
Ora, dal momento del determinarsi della frana alcune cose sono cambiate perché è anche intervenuto un avvicendamento ai vertici di entrambi i citati organismi. Vogliamo tuttavia sperare che la collaborazione così felicemente sperimentata non accusi fasi di incertezza o di stasi ma anzi prosegua spedita così da produrre risultati sempre più estesi e risolutivi a beneficio della città”