Spettabile Redazione,
vi scrivo perché ho una storia da raccontare. Mi chiamo Devis Bellucci, 33 anni, di Vignola, scrittore e fotografo sconosciuto, quindi senz’altro non mi conoscete per fama. Così, per dare voce al mio romanzo “L’inverno dell’alveare” (A&B Editrice) ho iniziato a girare l’Italia come uomo sandwich. Davanti mi porto la copertina e dietro la quarta, prezzo incluso. Lo scopo? Non l’hanno fatto in molti, quindi voglio essere del gruppo. Voglio tirarci fuori un percorso fotografico. Voglio attraversare gli orizzonti del mio paese con una storia sulle spalle. Questo rispecchia l’essenza del libro: il viaggio e la scoperta al di là del sentire comune, quello dell’alveare. E poi la favola, la poesia. Attraverso come Uomo Sandwich i luoghi deserti, secondo un percorso scelto ad hoc: le stradine di campagna, le valli, le spiagge, dalla Francia alla Slovenia sino al Sud. Non mi interessa che la gente mi veda e non mi interessa che sul momento mi noti. Mi interessano solo le fotografie, un po’ come il nano di un noto film che adoro. Nelle piazze delle città, dove cammina la gente, mi svesto del cartone e appoggio il sandwich a terra. Sistemo sul cartone una candela accesa mentre la gente passa, con lo sfondo di Roma, Firenze, Torino, Siena, Napoli… Qui, tra la gente che scorre e non ti guarda, la voce dello scrittore è leggera, sottile e inutile come una candela accesa di giorno.
Infine, il dilemma. Qualcuno oserà mai chiedermi “Che cosa stai facendo?”. Per ora nessuno. Mi guardano e tirano dritto. A Roma, Firenze, Torino, Siena, Napoli… Sono incuriositi ma tirano dritto, mentre tra la folla fotografo il mio sandwich con la candela accesa. Così, viaggio dopo viaggio, le immagini diventano metafora della storia che racconto.
La conclusione del percorso è alle porte. Ho messo insieme più di 700 fotografie. Tutte le foto sono comunque visibili su Facebook cercando “Uomo Sandwich”. Mi piacerebbe, se fosse possibile, raccontare la storia di questa mia esperienza, spero originale, fatta un po’ per prendersi in giro e un po’ perché la mia voce di autore non venga sommersa dal peso della folla e dei grandi nomi.
Devis Bellucci