Signor Presidente,
sono Mario Michele Pascale, candidato del movimento politico “Libertà ed Eguaglianza” alle primarie del centrosinistra.
Le scrivo sia come persona impegnata in politica che come privato cittadino, dando voce tanto ad una protesta generalizzata quanto ad una mia precisa istanza etica e morale.Sottopongo alla sua attenzione il caso della recente approvazione, da parte dell’Unione Europea, della normativa sulla vivisezione. Il testo licenziato vuole, nelle intenzioni del legislatore, creare uniformità in materia, vista anche la carenza normativa di alcuni stati membri.La norma però appare inadeguata agli standard e alle leggi di alcuni paesi, come l’Italia, che hanno una legislazione in materia di vivisezione molto più avanzata di quella appena approvata dall’Unione Europea.
Il caso specifico è quello della possibilità di adoperare per esigenze scientifiche (quindi sperimentazione e vivisezione) cani e gatti provenienti dai canili. Francamente è sentimento diffuso (ed anche mio personale), veicolato sopratutto dalla blogosfera, che la pratica della sperimentazione sugli animali non ci renda degni come specie e che l’utilizzo di cani e gatti provenienti da canili sia immorale.
La legge italiana pone seri vincoli in materia. La ricezione integrale della direttiva comunitaria farebbe fare un passo indietro alla civiltà intera di un popolo.
Mi rivolgo alla Sua persona pregandola di attivarsi affinchè questo non accada.
Come Lei ben sa (e pratica ampiamente) il Presidente della Repubblica non è solo un notaio, più o meno puntiglioso. In questo caso sarebbe inutile riunire le camere e procedere alle votazioni; basterebbe nominare Presidente un onorato professionista. Il ruolo centrale del Presidente della Repubblica è quello di essere garante delle istituzioni e delle nostre libertà costituzionali, nonchè, aggiungerei, custode della cultura e della civiltà della nostra nazione.
E’ proprio la civiltà della nostra nazione, Signor Presidente, che è in ballo.
La normativa comunitaria è frutto, anche, della pressione delle lobby legate alla ricerca; cani e gatti nei canili sono vittime ideali, facilmente reperibili e a bassissimo costo. Non so i deputati italiani che hanno votato a favore della normativa cosa abbiano pensato, chi abbiano sentito, quali siano i loro consulento scientifici e gli interessi di chi vogliano difendere. Francamente non mi interessa. Mi interessa invece il fatto che il tradimento della nostra civiltà e della nostra legislazione nazionale che, ripeto, è molto più avanzata del testo dell’UE, sia stato perpetrato anche da nostri connazionali.
Quel che mi preme, e per questo mi permetto di invitaLa ad impegnarsi, è che bisogna arginare questo tradimento.
La prego di vigilare affinchè venga preservato il divieto dell’utilizzo di cani e gatti ricoverati nei canili ad uso di vivisezione e ricerca.
Il modo, la tecnica per raggiungere il risultato, può essere individuato dagli esperti del suo staff. Il principio primo da preservare, al di là della tecnica giuridica, dovrebbe essere quello di non infangare la nostra tradizione etica e morale. Signor Presidente, confido e mi rimetto alla Sua persona, ringraziandola dell’attenzione che mi ha prestato.
Mario Michele Pascale – Candidato alle primarie del centrosinistra del movimento Libertà ed Eguaglianza