CERVETERI – I continui, ed ormai isolati ed incomprensibili, attacchi alla dirigenza dell’Asl Rm/F portati avanti dall’Assessore Udc civitavecchiese, che hanno preso spunto da un episodio totalmente chiarito nel suo significato tecnico e gestionale, tant’è che lo stesso Sindaco di Civitavecchia, responsabilmente, non ha assunto posizioni negative dopo aver approfondito atti, intenzioni ed obiettivi sottesi, fa obbligatoriamente nascere alcuni interrogativi politici seri.
Innanzi tutto, l’attacco è portato nei confronti dell’unico Direttore Generale nominato dalla precedente Giunta regionale che non ha utilizzato i decreti regionali di riordino in sanità per aizzare proteste di piazza contro l’attuale Giunta, ribadendo come solo il livello istituzionale potesse intervenire riequilibrando una situazione che è sempre stata correttamente e razionalmente discussa con i Sindaci del territorio nella sua complessità e serietà.
L’attacco è portato nei confronti di una Dirigenza che, a fronte delle note ereditate e dichiarate difficoltà, ha fatto ripartire la Ginecologia dell’ospedale di Bracciano, non ha accorpato reparti nel periodo estivo, ha dato un diverso impulso all’attività territoriale ed a quella socio-sanitaria, ha reimpostato con serietà gli interventi nelle carceri, ha progettato un futuro serio e concreto per la sanità a favore dei cittadini della Roma F con un occhio particolare ai disabili.
E nessuna voce contraria si è levata né dal resto della Roma F né dal Segretario politico del Partito cui appartiene il predetto Assessore né dal Presidente del Consiglio Comunale di Civitavecchia né da nessun altro che poi non abbia deciso di cambiar partito per motivi che i suoi stessi precedenti compagni hanno poi provveduto a spiegare.
Allora una questione politica è: perché tutto ciò nasce da un Assessore, solo e da solo, mentre il suo Partito ed il suo Segretario politico, che nella Asl lavora e che in Asl è presente ai massimi livelli decisionali e di contrattazione (fa contemporaneamente il Primario, il Direttore di Dipartimento, il Membro dell’Ufficio di Direzione, il Membro del Collegio dei Sanitari, il Rappresentante sindacale per la sigla Anpo) tace? Eppure molti sono stati i suoi interventi “contro” i decreti della Presidente Polverini. Non concorda col suo Assessore, mentre è solidale con l’attuale Direzione? Oppure non vuole che si dimostri come in tutte quelle “contemporanee vesti” sia corresponsabile, insieme alla precedente gestione, di un uso dei finanziamenti che hanno favorito solo un certo reparto e che, proprio per questo, oggi, in assenza di nuovi finanziamenti pur promessi a più riprese e mai arrivati, non si possono pagare le Ditte che devono chiudere i lavori sugli ospedali di Civitavecchia e Bracciano? Insomma, non è che utilizzando la Asl si stanno liquidando conti interni?
Un’altra questione politica, o simil-politica, è: non è che il transfuga ex capogruppo Pd di Civitavecchia è intervenuto sulla questione per utilizzare la sua posizione come arma in vista di una selezione Asl cui avrebbe presentato, stando a voci di corridoio, domanda di partecipazione? Vuole togliere il lavoro a giovani che non percepiscono nemmeno l’assegno di disoccupazione?
La terza questione non è politica, ma etica, sia pur di etica politica: suona strano che chi partecipa organicamente alle attività di un partito rimproveri ad altri, che di nessun Partito ha fatto e fa parte, una presunta protezione politica; è il caso di ricordare a tutti che la scelta dell’attuale Direttore Generale fu il frutto di un diffuso accordo circa la sua conosciuta e già sperimentata tecnicità e che le sostituzioni dei due Direttori da lui operate non furono certo frutto di una sua accondiscendenza alla linea politica che in quel momento governava la Regione e che in quel momento era certa di continuare a governare per i susseguenti cinque anni. Cosa che poi, per fortuna, non è accaduta.
Da ultimo: Squarcione risponda alle domande postegli dal Capogruppo PdL Dimitri Vitali. In particolare a quelle sul bilancio. So che non ama le polemiche giornalistiche e che preferisce affidarsi ai fatti. Ma questa volta faccia uno strappo e diffonda dati, cifre, documenti. Solo così i cittadini avranno chiarezza per poter giudicare e quelli che lui una volta chiamò “latrati” finalmente, forse, smetteranno di alzarsi alla luna. E, comunque, non saranno ascoltati più da nessuno.
Gabriele Lancianese – Consigliere Provinciale PdL