Nonostante il 30° soldato italiano morto (il Tenente Alessandro Romani, appena tre giorni fa), nonostante altri nove soldati Nato deceduti quest’oggi in un attacco all’elicottero su cui viaggiavano, nonostante dopo 9 anni di guerra i talebani non siano ancora stati sconfitti, nonostante di Bin Laden si siano praticamente perse le tracce, nonostante la crisi economica che attanaglia l’Italia, nonostante soldi risparmiati su scuola, sanità e infrastrutture su cui si stanno abbattendo i tagli del Governo; nonostante tutto ciò l’Italia manderà a breve in Afghanistan altri 100 militari; forse anche 150. A renderlo noto è stato quest’oggi il Ministro della Difesa Ignazio La Russa che ha spiegato di aver avuto richiesta dal Segretario Generale della Nato Rasmussen di un nuovo contingente di istruttori. Richiesta che La Russa ha ovviamente accettato con entusiasmo, pur non essendo ancora definitivo il via libera, giustificandosi ai microfoni di Radio Anch’io con una singolare motivazione: “Credo che un incremento sia utile perché ci consentirà di accelerare i tempi e raggiungere prima l’obbiettivo di sganciarci dal Paese”. Se questo è il principio, allora, perché non mandarne direttamente 1.000 e tornare ancora prima; oppure 10.000 e tornare direttamente domani? Resta da capire ad ogni modo come sia possibile che rubinetti chiusi col catenaccio per tutti i Ministeri, in periodo di crisi, vengano sempre e immediatamente aperti a manetta quando si tratta di elargire milioni di euro al Ministero della Difesa. L’unico Dicastero che in questi anni di crisi, a fronte delle sforbiciate operate ovunque da Tremonti, ha visto incrementare le proprie risorse a disposizione. Basti pensare che a fronte degli ormai famosi 8 miliardi di euro sottratti in tre anni alla Pubblica istruzione il Governo ne ha stanziati ben 29 (4 in più dell’ultima Finanziaria) per l’acquisto di nuovi cacciabombardieri. Evidentemente le priorità del nostro Paese, che nella sua Costituzione dice di ripudiare la guerra, sono altre. Ma sono 29 miliardi per le missioni di pace! Obietteranno La Russa e i suoi fedeli sostenitori. A leggere le modalità di scontro a fuoco in cui ha perso la vita il Tenente Romani non si direbbe proprio. Ma il problema dell’Italia è proprio questo; che non è il caso di dirlo.
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