131.900 docenti in meno in tre anni, classi formato “autobus di Calcutta all’ora di punta”, insegnanti sottopagati, licenziati, non integrati. Un taglio che sa di amputazione di arto in cancrena (perché l’istruzione per qualcuno è un male da estirpare). È il disastro disegnato dalla cosiddetta “riforma” Gelmini dell’istruzione pubblica, che nelle scuole superiori farà sentire i suoi effetti micidiali soprattutto nel prossimo anno scolastico. Non solo tagli sui servizi offerti e la dignità del lavoro però, si può predire con buona approssimazione che si abbandoneranno sul campo di battaglia della semplificazione alcune discipline, come chimica e geografia. La mannaia delle ore colpirà però anche quelle di filosofia e di latino, e poi perdite gravi sull’approfondimento, sulla critica e sulla conoscenza dei valori dell’uomo; perdita in termini antropologici che non si recupera inserendo computer, scambi con l’estero e internet nei programma didattici e che è destinata a lasciare le nuove generazioni sulla «superficie della fenomenologia delle cose» come ha dichiarato Giuseppe Schiff, vicepresidente dell’Associazione docenti italiani di filosofia.
Il succo della “riforma” scolastica risiede dunque in una selvaggia diminuzione delle risorse disponibili per l’istruzione pubblica e in un aumento progressivo di quelle a disposizione della scuola privata, proprio in un momento in cui l’Ocse e molti altri organismi internazionali sottolineano l’assoluta necessità per i Governi di investire nel capitale umano.
E proprio mentre, agonizzante e alle corde, la scuola pubblica prepara il “suo” Autunno di resistenza, pone di nuovo tutte le sue perplessità sul tavolo della discussione e si organizza per far fronte a una catastrofe culturale e occupazionale senza precedenti, ecco che la Ministra come un lampo che solca il cielo, sparare il suo colpo del ko. Si chiama “allenati per la vita”. E’ il corso teorico e pratico, valido come credito formativo scolastico, rivolto agli studenti delle scuole superiori, così come sancito in un accordo sottoscritto tra Ministero dell’Istruzione e Ministero della Difesa.
E che cosa serve a un ragazzo per allenarsi per la vita? Buona domanda; forse serve imparare il rispetto per il prossimo, o l’amore per la cultura, per l’arte, la dignità sua e degli altri in quanto esseri umani e cittadini? Forse serve imparare la laicità come valore, e magari già che ci siamo pretendere di essere abituati alla critica della realtà? No, a un ragazzo tra i 14 e i 19 anni in Italia per allenarsi alla vita serve saper sparare .. dopo le lezioni teoriche “che possono essere inserite nell’attività scolastica di “Diritto e Costituzione” (citiamo dalla circolare pervenuta nelle scuole) seguiranno corsi di primo soccorso, arrampicata, nuoto e salvataggio, sopravvivenza e senso di orientamento, dulcis in fundo “percorsi ginnico-militari”, tiro al poligono con pistole ad aria compressa (troppa grazia) e lezioni di tiro con l’arco. Tutto questo ovviamente per insegnare ai ragazzi “l’importanza del benessere personale e della collettività attraverso il contrasto al “bullismo” grazie al lavoro di squadra che determina l’aumento dell’autostima individuale ed il senso di appartenenza ad un gruppo”. Giustamente il bullismo si combatte con un po’ di sano cameratismo.
Mentre migliaia di persone rischiano il lavoro, sapere che sono queste le soluzioni di un governo per il futuro del Paese è molto frustrante, alla fine, dopo averla insultata, prosciugata, tagliata a pezzi e umiliata a questa povera scuola le hanno messo pure la pistola in mano … certo, in tempi di internet&inglese la corda al collo aveva un gusto troppo retrò.