LADISPOLI – “Fare Verde” è una associazione ambientalista impegnata a livello nazionale da oltre dieci anni nel promuovere il compostaggio come strumento per la riduzione ed il riciclo dei rifiuti. Pertanto ci preme tornare su un argomento che ha tenuto banco sui giornali locali anche con diverse polemiche politiche e soprattutto con una imbarazzante campagna di disinformazione sull’eventuale realizzazione di un centro per il compostaggio a Ladispoli. Tra le polemiche sollevate recentemente, quella innescata questa estate contro il sindaco di Roma Gianni Alemanno a riguardo dell’ipotesi di una discarica ad Allumiere, dove qualche giornale locale ha aperto con un veemente “fattela a casa tua”, ed aspri sono stati anche i commenti dei sindaci di Ladispoli e Cerveteri. Anche la nostra associazione non è certo favorevole; ma un dubbio comunque ci è venuto. La polemica è stata dettata dal colore politico o realmente dall’interesse per l’ambiente? Questi comuni hanno una propria discarica? Oppure già da molti anni anche loro riversano i loro rifiuti in altri comuni? E perché oggi ci impuntiamo su Allumiere come discarica per il comune di Roma quando da decenni esite “Malagrotta” che è ad un tiro di schioppo dai nostri comuni (sicuramente più vicina di Allumiere) e nessuno si è mai lamentato? Tutti produciamo immondizia ma nessuno di noi la vuole vicino casa. Quello che ci preme non è polemizzare sull’argomento, ma ragionarci. E’ certo che lo smaltimento dei rifiuti è uno dei maggiori problemi che ha ogni sindaco della nostra penisola e non solo. Secondo noi, ogni comune coscienzioso dovrebbe cominciare a dotarsi di mezzi propri per lo smaltimento ed il recupero e visto che a nessuno piacciono le discariche e tanto meno gli inceneritori sinceramente non abbiamo capito il perché di tante polemiche attorno all’eventualità dell’insediamento nel nostro comune di un centro di compostaggio, qualora tutte le autorità comunali e sovra comunali ritenessero il sito idoneo. In molti non sanno in cosa consista il compostaggio, e certo non ha aiutato la campagna di disinformazione attuata da molti giornali locali e da qualche politico populista più attento al proprio gruzzoletto di voti che ai problemi dei cittadini.
Su una cosa ci preme essere chiari, non si tratta di una discarica e chi ha provato fino ad ora a spacciarla per tale o è disinformato o è in malafede.
Il compostaggio è una tecnologia biologica usata per trattare la frazione organica dei rifiuti raccolta differenziatamente sfruttando un processo di bio-ossidazione, trasformandola in ammendante agricolo di qualità. Qualcuno ha provato a dire: “puzza”; niente di più falso! Basta andare qui vicino, a Maccarese, in via dell’Olmazzeto e mettersi davanti al portone del centro di compostaggio dell’Ama (centro che raccoglie tutto l’umido del Comune di Roma). Lì non sentirete alcun odore, certamente se continuate a farvi un giro per le campagne di Maccarese sentirete l’odore di qualche vaccheria ma non certo quello del compost. Altri hanno paventato il pericolo di inquinamento: altro falso problema. Basti pensare che l’assessorato all’agricoltura della Regione Campania ha finanziato una ricerca triennale che ha coinvolto diversi centri di studio e ricerca nazionali sul tema dell’impiego nell’agricoltura di compost di qualità prodotto con frazione organica dei rifiuti solidi urbani (Forsu), ed è emerso che nella prova in campo pieno non si sono evidenziati rilasci di nitrati legati all’ammendamento con compost, e che in merito ai rischi di contaminazione del terreno con metalli pesanti o sostanze xenobiotiche (idrocarburi policiclici aromatici) veicolati dal compost impiegato, le osservazioni condotte nell’arco del triennio non hanno messo in evidenza accumuli nel terreno. Anzi tra i nuovi utilizzi del compost ottenuto dalla decomposizione di rifiuti organici sperimentati da AgriNewTech, uno spin-off dell’università di Torino c’è addirittura la decontaminazione di acque e terreni inquinati oltre che al’uso come farmaco per le piante. Gli studi condotti evidenziano come in molti casi la ricca microflora che si è sviluppata al’interno del compost può avere un effetto di contenimento dei parassiti delle piante, comportandosi come un agrifarmaco naturale. Come dicevamo un’altra proprietà del compost allo studio è il bio-risanamento di siti inquinati: la microflora sarebbe in grado di degradare le sostanze tossiche, decontaminando acque e terreni nei quali siano presenti ad esempio idrocarburi. Quindi basta con questi falsi allarmismi, bisogna accelerare la politica di riduzione e della raccolta differenziata di qualità, che significa impianti dedicati al trattamento ed al recupero della raccolta differenziata. Che sia il comune o un consorzio di Comuni o un privato non interessa, tali impianti vanno fatti e basta. Non bisogna perdere il tempo in chiacchiere soprattutto perché si rischia di non trovare mai un posto che trovi d’accordo tutti: Monteroni, Torre Flavia, zona artigianale; l’importante è che si decida in fretta. Per chi come noi ha a cuore il rispetto e la salvaguardia per l’ambiente e la salute dei cittadini basta riflettere su un dato. Lo scorso anno i compostatori italiani hanno trattato 3.750.000 ton (tre milioni settecentocinquantamila tonnellate) di rifiuti verdi, scarti organici e fanghi. Se questi rifiuti non fossero stati differenziati e fossero finiti direttamente in discarica, il loro smaltimento avrebbe richiesto l’emissione di 7.500.000 ton (sette milioni cinquecentomila tonnelate) di anidride carbonica (CO2) nell’atmosfera. Quindi, avanti sindaco! Coraggio! Non ci troverà certo dalla sua parte per il nuovo piano regolatore e neanche per la piega che sta prendendo la raccolta dei rifiuti nel nostro comune, ma per l’insediamento di un centro di compostaggio, ripetiamo con qualsiasi soluzione, comunale, consorzio di comuni o privato noi saremo dalla sua parte, anche se qualcuno tenterà di rendere a torto impopolare questa iniziativa.
Walter Augello Responsabile – associazione ambientalista “Fare Verde Ladispoli”