BRACCIANO – “Se le anticipazioni presentate oggi dai Consiglieri regionali di opposizione saranno confermate, avvererebbe quello che già da tempo si temeva e cioè che la Regione Lazio dal 2011 chiuderà l’ospedale Padre Pio di Bracciano senza una reale prospettiva per il futuro”. Così il Sindaco Giuliano Sala interviene in merito ai presunti contenuti del piano di riordino della rete ospedaliera che il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, deve presentare entro il 30 settembre al ministero della Salute. Secondo le opposizioni in Consiglio regionale, a partire da gennaio 2011 sarebbero 17 gli ospedali da chiudere (fra i quali appunto il Padre Pio di Bracciano), mentre 3068 sarebbero i posti letto da tagliare.
“Se saranno realmente questi i contenuti del piano, la Presidente Polverini – continua Sala – disattenderebbe le promesse fatte in campagna elettorale, chiudendo gli ospedali minori e smantellando la struttura sanitaria regionale nei territori. Il tutto – aggiunge – senza intervenire seriamente nella rete sanitaria della Capitale, dove in molte aree la percentuale di 3,5 posti letto ogni mille abitante è superata abbondantemente”.
“Al contrario – spiega Sala – nella Macro area 4 (Civitavecchia) vengono sì aggiunti 35 posti letto, ma ne vengono tolti ben 77 a Bracciano, sancendo di fatto la fine di una struttura ospedaliera in cui, negli ultimi anni, sono stati investiti 15 milioni di euro per la realizzazione di nuove sale operatorie, la predisposizione di 4 posti letto di terapia intensiva e per il rifacimento del Pronto soccorso e della Farmacia. ”.
E per sabato 2 ottobre è stata promossa una giornata di mobilitazione: alle ore 10.30 si terrà un presidio all’Ospedale Padre Pio, mentre alle 17.30, ci sarà un Consiglio comunale aperto in piazza IV novembre, cui sono invitati a partecipare cittadini, associazioni, forze politiche e rappresentati istituzionali interessati.
“Ribadendo la nostra assoluta contrarietà a una simile ipotesi – conclude Sala – assicuriamo ai cittadini il massimo impegno per difendere un importante presidio sanitario che, anziché essere ridimensionato, andrebbe valorizzato e potenziato vista la densità di popolazione del territorio in cui è situato”.