TARQUINIA – Il reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale è salvo. L’unità, fiore all’occhiello del presidio, resta a Tarquinia. Premiato lo strenuo impegno del sindaco Mauro Mazzola, della cittadinanza e del personale medico e paramedico del nosocomio. “È una vittoria importantissima ottenuta grazie agli sforzi congiunti dell’Amministrazione, della comunità tarquiniese e di chi lavora nell’ospedale. Mai, come in questa occasione, c’è stata unità nell’affrontare una problematica di così grande rilevanza. – afferma il primo cittadino – Le motivazioni del nostro dissenso, portate al tavolo del presidente Polverini, non erano frutto di meri interessi particolaristici ma lo specchio di una realtà che vede nel reparto un’eccellenza della rete ospedaliera viterbese. È una grandissima soddisfazione aver tutelato il diritto alla salute dei cittadini. Ringrazio quindi tutti e in particolar modo le migliaia di tarquiniesi che in questi mesi hanno fatto sentito la loro voce dando slancio all’azione di protesta dell’Amministrazione: dal consiglio comunale straordinario al corteo pacifico nelle strade del centro abitato; dalle oltre 6mila firme raccolte con la petizione alle cartoline inviate alla sede della Regione Lazio. I nostri figli continueranno a nascere a Tarquinia”.
Ciò nonostante Mazzola non nasconde la sua preoccupazione per un piano di riordino del sistema sanitario regionale “che azzera la rete ospedaliera viterbese”. “Il piano presentato dal governatore Renata Polverini sancisce la morte del sistema sanitario provinciale – prosegue il primo cittadino – Gli ospedali di Acquapendente, Montefiascone e Ronciglione non esisteranno più, mentre quello di Civita Castellana sarà gravemente depotenziato. È una realtà inaccettabile, in quanto i cittadini saranno costretti a rivolgersi altrove anche per la cura più semplice. Non è assolutamente questo il modo di gestire la sanità pubblica. Il presidente Polverini deve rendersene conto”
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