Bracciano. Appello alla Polverini perché riveda il Piano sanitario

ospedale braccianoBRACCIANO – “Sul piano sanitario regionale chiederemo alla Presidente Polverini di riaprire il confronto per arrivare a soluzioni accettabili per i cittadini dei nostri comuni”. Queste le prime dichiarazioni sindaco Crescenzo Paliotta all’indomani della manifestazione contro la ventilata chiusura dell’ospedale Padre Pio di Bracciano.
“Dopo le manifestazioni – ha proseguito Paliotta – che si sono svolte a Bracciano e in altri tantissimi centri della Regione Lazio per protestare contro la chiusura di quasi 30 ospedali è apparso evidente come il piano predisposto dalla Presidente della Regione Polverini sia inaccettabile, sia per come è stato deciso sia per i criteri che lo hanno ispirato. Se da una parte è comprensibile la necessità di arrivare a risparmi consistenti nel settore della sanità nel Lazio, dall’altro era opportuno coinvolgere nelle decisioni le Istituzioni Provinciali e Comunali e le Associazioni che rappresentano gli operatori e l’utenza. Come è stato fatto in alcune regioni, come la Toscana ed il Veneto, dove, dopo un confronto costruttivo, si è arrivati ad una razionalizzazione della rete ospedaliera”.
“Nel Lazio – ha continuato Paliotta – invece c’è stato un decreto commissariale che è sembrato un vero e proprio colpo di mano, antidemocratico e, proprio per questo, inaccettabile. Se si fosse aperto un confronto in tutto il Lazio sarebbe risultato evidente che a Roma c’è un eccesso di posti letto, molto superiore alla media nazionale, mentre nella Provincia la situazione si inverte. In particolare la nostra Asl aveva 0,8 posti letto ogni 1000 abitanti: dopo i tagli che prevedono la chiusura dell’ospedale di Bracciano la media si abbassa sotto 0,5 posti letto per abitante mentre a Roma siamo addirittura con una percentuale dieci volte superiore. Se, quindi, tagli e razionalizzazione andavano fatti questo doveva avvenire riducendo i posti letto della Capitale e non tagliando quelli della Provincia”.
“Tutto questo – ha concluso Paliotta – appare ancora più illogico se si tiene conto che negli ultimi 20 anni 300.000 abitanti hanno lasciato Roma e si sono trasferiti nella Provincia. Come tutti gli altri Consigli Comunali del comprensorio anche Ladispoli voterà una mozione con la richiesta alla Presidente Polverini di riaprire il confronto per arrivare a soluzioni accettabili. Alla Regione Lazio, inoltre, chiederemo la conferma del finanziamento di 1 milione di euro con il quale doveva essere finanziato l’ospedale di prossimità da realizzare vicino al posto di Pronto Intervento di Ladispoli”.
Intanto continua la mobilitazione di istituzioni e cittadini contro l’ipotesi di riconversione dell’ospedale Padre Pio in punto di primo intervento, che equivarrebbe per molti a una sua chiusura in virtù della cancellazione dei posti letto day hospital e di quelli di degenza. Mercoledì 6 ottobre, alle ore 15, è stata indetta una manifestazione cittadina per protestare contro il provvedimento. Una manifestazione aperta a tutte le forze politiche che vorranno intervenire per sostenere questa battaglia. L’appuntamento è alle ore 15 di fronte all’ospedale. Previsto un corteo per le strade del paese fino all’arrivo in piazza IV novembre, dove, dalle 17, si terrà un comizio con interventi di rappresentanti istituzionali, lavoratori, cittadini e rappresentanti di tutte le forze politiche che intenderanno partecipare. La protesta si estenderà, nei giorni successivi, anche agli altri comuni del comprensorio, con modalità e forme in via di definizione. Intanto, oggi pomeriggio, il Sindaco di Bracciano, Giuliano Sala, sun invito del collega Crescenzo Paliotta, interverrà alla seduta del Consiglio comunale di Ladispoli per illustrare la situazione. Nel frattempo, si ricorda che prosegue la raccolta di firme contro la chiusura dell’ospedale presso l’Urp del Comune e in molti altri uffici e negozi di Bracciano. I cittadini sono poi invitati a esprimere la loro opinione anche via e-mail, scrivendo all’indirizzo di posta elettronica info@comune.bracciano.rm.it. Le lettere saranno poi inviate alla Presidenza della Regione Lazio.