560 mila galline all’anno finalmente libere: la Lav (Lega Anti Vivisezione) esulta per questo importante e concreto risultato determinato dalla nuova politica di Coop Italia di non vendere più uova provenienti da galline allevate nelle gabbie di batteria anche per le uova non a proprio marchio. A partire dai primi di ottobre nei supermercati e ipermercati Coop Italia (più di 1440 punti vendita) sono disponibili solamente uova di galline allevate a terra, all’aperto o biologiche.
Si tratta di un risultato ottenuto attraverso l’opera di sensibilizzazione della campagna della Lav “Liberiamoci dalle gabbie: Coop Italia, infatti, è uno dei cinque grandi destinatari della distribuzione organizzata nazionale ai quali è rivolta questa campagna storica dell’associazione, tesa a garantire l’applicazione della direttiva Europea che fissa al 2012 il bando delle gabbie di batteria, data confermata recentemente dalla Commissione Europea e dal Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura dell’UE.
“Coop Italia ha deciso di essere il primo operatore della grande distribuzione a non vendere più nei propri supermercati alcun uovo di galline allevate in gabbie di batteria, anticipando in modo significativo la data del gennaio 2012 stabilita dalla Direttiva UE sulla protezione delle galline ovaiole – commenta Roberto Bennati, vicepresidente della LAV – ci auguriamo che questa linea di condotta costituisca un esempio da seguire per le altre catene della Gdo, allineando l’Italia agli altri Paesi del nord Europa, dove tale scelta è molto diffusa”.
“Inequivocabile il messaggio a quella parte degli allevatori ancora restia a dare applicazione a questa Direttiva UE: le galline libere fanno buone uova e soprattutto vivono meglio – prosegue Roberto Bennati – Decisioni come quella assunta da Coop, contribuiscono a modificare le scelte dei consumatori e, di conseguenza, incidono anche sulle modalità di allevamento delle galline ovaiole, determinando un salto in avanti che va oltre le previsioni legali della direttiva UE e vanificando la volontà degli allevatori di usare gabbie di batteria arricchite in sostituzione delle gabbie tradizionali. Le nostre azioni di pressione proseguiranno, per riuscire a liberare circa 38 milioni di galline ancora prigioniere di inaccettabili gabbie, secondo un metodo d’allevamento che interessa ancora circa il 70% delle galline allevate in Italia. In questa direzione vanno anche le azioni di sensibilizzazione delle amministrazioni comunali per la messa al bando nelle mense delle uova da galline di batteria, che le nostre Sedi locali stanno portando avanti sul territorio”.
I sistemi d’allevamento delle galline ovaiole non sono tutti uguali e il sistema nelle gabbie di batteria costringe le galline ad una vita innaturale in spazi molto ridotti, più piccoli di un foglio A4, con ventilazione e luce forzata per aumentare la produzione.