E’ lotta contro il tempo per far fronte all’epidemia di colera che ha colpito Haiti, soprattutto nella regione centrale-rurale di Artibonite.
Per scongiurare nuovi contagi, l’Unicef e le organizzazioni partner stanno distribuendo sostanze per disinfettare l’acqua, antibiotici, kit speciali per la cura della diarrea infantile, bustine di sali per la reidratazione orale. Sei camion carichi di materiali (tra cui kit igienici per 7.500 persone, 50.000 compresse al cloro per potabilizzare l’acqua, 25mila materassini, migliaia di saponette e taniche, 5 tende-ospedale) sono partiti già all’indomani dello scoppio dell’epidemia da Port-au-Prince.
Team di esperti in emergenze sanitarie sono stati distaccati dallo staff (che da dieci mesi sta coordinando le operazioni umanitarie del dopo-terremoto) e inviati nelle zone interessate dall’epidemia per formare il personale sanitario locale sulle misure da applicare quando si ha a che fare con questa malattia.
“La situazione a Saint Marc è difficile. L’’ospedale locale è stracolmo di persone che stanno male – racconta Jean-Claude Mubalama, responsabile per i programmi sanitari dell’Unicef Haiti -La gente qui, anche i medici e le infermiere, non hanno esperienza con questo genere di malattia. I genitori portano i loro bambini in ospedale troppo tardi, spesso quando non c’è più niente da fare per salvarli”. Secondo Mubalama, il 30% delle vittime sono bambini, i soggetti più vulnerabili alla morte per disidratazione da diarrea acuta. L’80% dei decessi avviene in casa, mentre il tasso di sopravvivenza è molto più elevato per coloro che vengono portati tempestivamente in ospedale. Haiti non conosceva episodi di colera da oltre un secolo. In queste settimane, il colera sta flagellando la Nigeria, dove l’infezione è endemica.