Nei giorni in cui Wikileaks mette sottosopra la diplomazia americana, rendendo forse un po’ più trasparente il rapporto tra le istituzioni e l’opinione pubblica, veniamo a sapere che il nostro premier viene considerato dall’amministrazione americana un valletto del figlio del cuoco di Stalin, Vladimir Putin (centinaia di giornalisti gridano il suo nome dalla tomba), e un personaggio ambiguo dedito a lanciarsi in festini selvaggi. Lui risponde dicendo che le escort sono pagate per mentire sui giornali e va a trovare l’altro suo grande amico (assieme al criptodittatore Lukashenko) e cioè il Colonnello Gheddafi. Come un capo di stato di un paese occidentale possa frequentare con così morbosa assiduità uno dei più lugubri personaggi del nostro tempo è un interrogativo a cui molti prima di noi hanno dedicato pagine importanti di giornalismo. Noi molto più modestamente vorremmo ricordare le qualità di amministratore del “compare” del nostro premier.
Secondo il rapporto annuale dell’Organizzazione non governativa Human Rights Watch il ministero libico della giustizia e i tribunali libici non “ricercano la giustizia e la verità”.
La Libia è considerata da più parti come un regime autoritario, a causa della precarietà dei diritti umani nel Paese. Secondo l’Organizzazione non governativa Freedom House, nel 2009 la Libia è considerata un paese non libero (sono possibili, secondo l’ong, tre varianti: libero, parzialmente libero e non libero).
Il 7 giugno 2010 la Libia ha chiuso l’ufficio dell’Agenzia Onu per i Rifugiati (UNHCR). In Libia non è possibile chiedere asilo politico, e fino al 10 giugno l’Ufficio delle Nazioni unite sopperiva a questa mancanza. La decisione libica non è stata accompagnata da spiegazioni. Il ministro degli esteri libico ha dichiarato che l’Agenzia dell’Onu per i rifugiati svolge un’attività illecita.
Inoltre si registrano violazioni e discriminazioni ai danni delle tribù meridionali Tuareg e Tebu.
In Libia è in vigore la pena di morte.
“L’amico” Gheddafi è stato anche accusato dall’intelligence statunitense di aver organizzato degli attentati in Italia, Scozia e Francia ma egli si è dichiarato sempre innocente. Si è reso anche responsabile del lancio di un missile contro le coste siciliane, fortunatamente senza danni.
E’ considerato uno dei recenti nemici della libertà da quasi tutte le intelligence del mondo, irrispettoso di ogni tipo di diritto a partire da quelli fondamentali degli esseri umani. Ed è uno dei più importanti partner politici internazionali del nostro paese ….