CIVITAVECCHIA – Preg.mi Sigg. Sindaco Moscherini, Assessori competenti De Angelis, Campidonico, Spett.li Redazioni,
già due anni fa suggerii alla giunta l’emissione di Buoni Obbligazionari Comunali, gli Idrobond, per ottenere un miglioramento del Servizio idrico integrato di captazione, adduzione, distribuzione, fognature e depurazione, tutte in deficit sui parametri necessari ad una città civile. Il referendum non ha semplificato il problema perchè ha eliminato le fonti private di approvvigionamento finanziario che consentivano la remunerazione del 7% del capitale investito per la rete idrica e adesso i sostenitori del pubblico, a parte la demagogia che non costa soldi e sforzo mentale, si guardano bene dal fornire soluzioni, e solo Sel ha dato prova di onestà intellettuale dando chiaramente l’indirizzo politico di soluzione per la gestione pubblica, ma senza dire chi mette i soldi. Per i credenti l’acqua è un dono di Dio, ma credenti e non credenti sanno che Dio ha donato l’acqua ma non i tubi, le fogne e i depuratori, a quelli dobbiamo pensarci da soli e l’acqua che oggi chiamiamo pubblica la paghiamo caramente con gli aggravanti di sprechi, disservizi, acquisto della imbottigliata. La unica e disgraziata esperienza di Boc comunali è avvenuta nel 2004 in epoca DeSio/Renda/Nomura quando il comune di Civitavecchia ha emesso Boc per circa 15 milioni di euro dei quali non è rimasto un solo mattone, metro di tubo o rubinetto, ma solo rate da pagare, con spallucce di tutti come se fosse uno scherzo del destino e non una scelta precisa con danni per tutti. Ciò che propongo io è l’emissione di titoli obbligazionari finalizzati a questo investimento di pubblica utilità e di interesse generale come è il miglioramento della gestione dell’acqua. La quantità sarà stabilita su una seria programmazione su altrettanto seria progettazione dei lavori, meglio se in progressione, con vantaggi per l’ente comunale di pagare un tasso d’interesse intorno al 2,5-3%, inferiore rispetto a quello di mutui ordinari, con immediata disponibilità finanziaria e, per gli investitori privati cittadini o società rendimenti più competitivi rispetto ai titoli di Stato e verifica diretta dei soldi investiti con la partecipazione alla crescita della città. Il tutto si finanzia con i flussi di cassa restituiti dalle gestioni, che dovranno essere sane e a quel punto non ci saranno più scuse e scaricabarile per le perdite perenni, la non potabilità, gli sprechi, la cattiva organizzazione, le utenze non censite, la rete e i depuratori in sofferenza, perchè io suggerisco anche a chi offrire i Boc/Idrobond per avere un controllo ampio e partecipato all’investimento. Oltre ai risparmiatori classici in cerca di migliore redditività si potrebbe pensare a una quota di azionariato per sindacato/lavoratori o perlomeno a quelli che hanno ancora margini di risparmio e si dovrebbero coinvolgere i big-consumer idrici Enel, Autorità Portuale e soprattutto la silenziosa Tirreno Power che hanno spalle robuste ma necessità di approvvigionamento idrico. E con quest’ultima si potrebbe cogliere l’occasione degli scavi per avviare una progettazione di teleriscaldamento verso la parte nord di Civitavecchia. Ovviamente basilare deve essere la credibilità sia della iniziativa che di per sé lo è, ma anche dei proponenti e su quello Moscherini deve agire, perchè nessuno ci metterebbe un euro se deve passare sotto le forche caudine di errori, ritardi, denunce e processi che marina, mercato e palazzi vari hanno dato con gli assessorati di Zappacosta e Nunzi. E questo vale per qualsiasi altro volesse affacciarsi sul territorio, si chiami Caltagirone, Parodi, Rossi, Bianchi o Wang o Ling. Idem se dovesse vincere il centrosinistra nel 2012. Lavorare sulla credibilità.
Antonio Manunta