CIVITAVECCHIA – Bene la presa di coscienza sul problema inquinamento del Porto da parte di Comune e Authority, ma attenzione agli obiettivi da perseguire. L’ammonimento arriva dal circolo di Rifondazione comunista, secondo cui le soluzioni prefigurate dal Sindaco e poi dal Presidente Monti, destano più di una perplessità. “
Riguardo proprio la questione della elettrificazione dello scalo, ad esempio – afferma la segretaria Valentina di De Gennaro – possiamo comprendere le difficoltà esistenti per la futura Darsena Traghetti. che riteniamo comunque superabili, ma non possiamo accettare che dalle prime prescrizioni VIA del 1997 l’attuale porto sia ancora all’anno zero. L’autorità Portuale deve ottemperare agli obblighi di legge, così come più volte richiesto dal Ministero dell’Ambiente, e in tal senso non ci aspettiamo altro che atti concreti per dotare lo scalo cittadino di una rete elettrica per l’alimentazione dei motori ausiliari delle navi. Del resto questo è ciò che propone la stessa Unione Europea. La presenza di Enel sotto questo profilo può sicuramente aiutare, e se qualcuno la smettesse di presentarsi all’azienda elettrica col cappello in mano e soprattutto di lisciare il pelo agli armatori, forse potremmo fare un bel passo in avanti”.
“Detto questo – prosegue – siamo convinti che la battaglia contro questo tipo di inquinamento, a differenza che per le emissioni diffuse come quelle da traffico veicolare, vada combattuta soprattutto sul piano dei controlli alla fonte. Per questo condividiamo la proposta del consigliere Manuedda, affinché la Regione Lazio inserisca nel Piano di Risanamento della Qualità dell’Aria limiti per le emissioni al camino delle navi, e per questo riteniamo secondario e in parte fuorviante parlare di differenziazione delle tariffe, di modelli di emissione, di accorgimenti nelle manovre o di ruolo attivo dell’Osservatorio ambientale. E, per estremizzare, perfino di una centralina Arpa da sistemare in porto: chiaro che averla è meglio del contrario, soprattutto per sapere cosa respirano i lavoratori portuali, ma se la rete cittadina di qualità dell’aria non ha mai prodotto alcunché, neanche quando il territorio comunale era gravato da ben 11 gruppi di produzione termoelettrica, crediamo sia poco produttivo concentrare le energie su questo terreno di confronto”.
Il rischio, dunque, secondo la Di Gennaro è che “la protesta dei cittadini, ascoltata solo per mera opportunità, venga orientata su soluzioni minori e quindi ingabbiata in una perdente logica delle compatibilità”.
“Faremo il possibile perché ciò non accada – conclude la Segretaria del Prc – Le ragioni dello sviluppo, a cui siamo tutt’altro che insensibili, devono essere contemperate a quelle della salute e dell’ambiente, pena la rottura del patto stretto tra i grandi attori economici presenti sul territorio e la comunità che li ospita. Vale per l’Enel e deve valere per il porto. A questo in fondo servono le prescrizioni Via, a preservare un patto che le istituzioni hanno il dovere di garantire, i cittadini il diritto di rivendicare e le aziende l’obbligo di attuare. Nient’altro”.