La lezione non è ancora bastata?

incendio4CIVITAVECCHIA – Si torna indietro di dieci anni. Si torna a rivedere un film già visto, con gli stessi attori, gli stessi protagonisti, la stessa sceneggiatura. Cambiamo solamente i nomi. Dieci anni fa c’era l’Enel che proponeva alla città l’affare d’oro della riconversione a carbone di Tvn: milioni di investimenti sul territorio, rilancio dell’occupazione, riduzione dell’inquinamento, garanzie sulla qualità dell’aria con ferrei controlli sulle emissioni, opere pubbliche a compensazione dell’impatto ambientale. Un Paradiso terrestre. Un’occasione irripetibile. Anche perché in caso contrario l’Enel era pronta a portare altrove i suoi investimenti e a lasciare senza lavoro decine e decine di dipendenti. “Io non rinuncerei mai a 500 milioni di euro” disse l’allora Governatore Storace in una cordiale visita a Civitavecchia. E c’era un Sindaco, giovane ed evidentemente poco coraggioso di fronte ai poteri forti, che prima in campagna elettorale nicchiò, non esprimendosi sul sì o no al carbone, poi una volta divenuto primo cittadino sostenne la riconversione a carbone, quindi cambiò idea in pochi giorni, minacciando di incatenarsi ai cancelli di Tvn in caso di approvazione del progetto, e dopo poco più di un mese votò a favore in un memorabile Consiglio comunale.
Oggi la grottesca storia si ripete. Al posto dell’Enel abbiamo Tirreno Power, che ieri ci ha raccontato anch’essa una favola meravigliosa: c’è un quarto gruppo a Torre Valdaliga Sud da convertire a biomasse, un combustibile pulitissimo perché si tratta di innocue cortecce d’alberi; ci sono milioni di euro da investire sul territorio, c’è l’occupazione da rilanciare, dentro e fuori la centrale, con grande vantaggio per le imprese locali. E certo… se il Comune dovesse opporsi a questa offerta, una sessantina di lavoratori potrebbero ritrovarsi disoccupati. Mica si vorrà mettere sulla strada così tante persone… Ma il Sindaco, fedele sostenitore di Storace quando nel 2003 occorreva il suo placet per la nomina a capo dell’Autorità portuale e a quanto pare suo emulo, ieri ci ha offerto una risposta che è tutto un programma: “Si tratta di una offerta a cui non si può dire di no”. Corsi e ricorsi storici.
La riflessione da fare a questo punto è una soltanto: Civitavecchia sarà capace di ripetere lo stesso errore? La lezione del carbone è bastata o questa popolazione ha bisogno ancora di essere illusa, derisa ed inquinata? La risposta potrebbe venire naturale constatando semplicemente quanto di quel ben di Dio promessoci nel 2001 dall’Enel e dai vari Storace, Marzano, Scajola e De Sio è arrivato effettivamente a Civitavecchia. Nuova occupazione nella centrale? Non risulta, i dipendenti del colosso energetico operativi a Tvn sono rimasti pressoché inalterati; le imprese locali, invece, alle quali sono rimaste le briciole delle grandi commesse affidate dall’Enel per le quali non esistevano in città le necessarie professionalità, e quindi appaltate a ditte forestiere, sono rimaste strozzate da meschini subappalti. Nuova occupazione con la manutenzione dell’impianto? Sono state le stesse imprese locali qualche mese fa a lamentarsi di essere rimaste quasi escluse dalle attività manutentive, assolutamente al di sotto delle aspettative. Migliore qualità dell’aria? Le nuvole di fumo che ripetutamente escono dai camini di Tvn non sono certo una garanzia. Controlli serrati sulle emissioni? L’Osservatorio ambientale è un organismo praticamente sconosciuto ai cittadini, oggetto di polemiche e discussioni solamente per i soggetti che dovevano comporlo e gli enti che dovevano finanziarlo. Credibilità dell’Enel di fronte ai fenomeni inquinanti? Quando escono colonne di fumo da Tvn ci risponde sovente che si tratta di vapore acqueo. Opere pubbliche per la città a compensazione dell’impatto ambientale? In dieci anni non si è riuscito a realizzare nemmeno un bosco di 40 ettari; in compenso abbiamo avuto euforici concerti alla Marina. C’è bisogno di andare avanti?
Probabilmente no, anche se il nodo principale da sciogliere è un altro: non si tratta di capire quanto le biomasse possano essere o meno inquinanti; è di una dissertazione improponibile per i non addetti lavori e sulla quale i politici civitavecchiesi, molti dei quali nemmeno laureati, con evidenti difficoltà di conoscenza della grammatica quando scrivono e si fanno scrivere i loro comunicati stampa, non possono avere la supponenza di esprimersi. Non mi permetto tanto meno di farlo io, perché non ne ho obiettivamente le capacità. Il problema reale è capire se la produzione energetica in questa città deve aumentare o diminuire, se l’investimento va fatto su fonti rinnovabili a zero emissioni e senza combustione o meno; se questo territorio guarda al suo futuro continuando ad investire sulle servitù energetiche, condannandosi quindi all’inquinamento, o se ci sono strategie di sviluppo alternativo; se gli impianti termoelettrici di Tvn e Tvs hanno pertanto un programma e una data di graduale dismissione o saranno per sempre parte integrante della nostra comunità.
Qualcuno nel 2007, a pochi mesi dalle elezioni amministrative di Civitavecchia, disse: “Si ritiene opportuno articolare una proposta, da discutere e condividere con gli altri comuni interessati, che stabilisca un tempo limite oltre il quale le due centrali di Torre Nord e Torre Sud devono essere definitivamente dismesse in modo che vengono restituite le aree alla città, per destinarle poi a nuove banchine portuali”. Indovinate un po’ nome e cognome di quel signore? Gianni Moscherini…

Marco Galice – Direttore responsabile Centumcellae News