Credo che sia un’operazione salutare per la politica cittadina e per la buona informazione parlare senza ipocrisia della vicenda relativa ai pacchi dono trasportati ieri da mezzi comunali presso la sede dell’associazione Civita Libera. Lo ritengo necessario perché credo che proprio l’ipocrisia sia il marchio di fabbrica di questa storia. Ed è quindi indispensabile parlare senza peli sulla lingua. Chi fa politica sa perfettamente, soprattutto quando si avvicinano le elezioni, che l’obiettivo prioritario è conquistare il consenso degli elettori; il buon cuore, la gentilezza, la sensibilità e la solidarietà sono ideali che si cerca in tutti i modi di dimostrare per accrescere nell’opinione pubblica la stima verso se stessi, il partito o il movimento che si rappresenta. Certi nobili valori vengono dunque sviliti e distorti da quello che è un chiaro doppio fine elettorale. E’ questo un fatto sociale e culturale storicamente radicato nella politica italiana, oltre che in quella civitavecchiese, che nessun politico, davanti ad uno specchio e con la sola compagnia di se stesso può provare a negare. Lo si può nascondere o tacere ai cittadini, forse, ma non alla propria coscienza, né a chi la politica la mastica e la conosce bene. E’ forse un reato portare dei pacchi natalizi dentro una sede politica e distribuirli a famiglie bisognose? Assolutamente no. E’ una operazione di marketing politico? Assolutamente sì. E non perché distribuire doni natalizi instilli automaticamente il dubbio che l’obiettivo sia quello di raccogliere consenso attraverso un gesto di solidarietà, per quanto istintivamente sia lecito pensarlo; ma perché la solidarietà, quella vera, disinteressata, senza doppi fini, cristiana o laica che sia, non ha bisogno di pubblicità, non ha bisogno di comunicati stampa, non ha bisogno di essere megafonata attraverso i mezzi di informazione. Ed invece ieri, prima ancora che il trasporto dei pacchi dono nella sede di Civita Libera attraverso mezzi e operai del Comune venisse denunciata dal segretario del Pd, era già partito un comunicato stampa di Civita Libera che annunciava questo suo spontaneo gesto di solidarietà. Stessa cosa è accaduta il 20 dicembre con la Rete dei Cittadini, che ha voluto annunciare con una nota stampa di aver donato pacchi natalizi a famiglie bisognose presso la propria sede di via Strambi; stessa cosa accade frequentemente con l’associazione Civitavecchia 2000 che annuncia con comunicati stampa le sue azioni “solidali” tra cui, per l’appunto, la consegna di pacchi natalizi o l’accompagnamento di persone anziane nei supermercati. E’ proprio necessario annunciare questi gesti di solidarietà ai cittadini e pubblicizzarli attraverso la stampa? O forse non si nasconde dietro queste azioni l’ipocrisia di chi evidentemente ci tiene molto a far sapere quanto è buono e solidale? E che ciò accada con delle elezioni amministrative alle porte non rende forse questi gesti ipocriti? Non si può certo biasimare il gesto di donare qualcosa, sotto Natale, a chi ha poco o niente; ma si può e si deve censurare chi lo fa dentro una sede politica annunciandolo a mezzo stampa. Perché da questi episodi si capisce come mai, ormai da tanti anni, Civitavecchia non abbia più una classe politica in cui la cittadinanza sappia veramente riconoscersi e verso cui riesca a nutrire stima e fiducia. Da questi episodi si capisce che la politica, in questa città, è ancora marcia ed incapace di dare risposte, quelle vere e disinteressate, ai problemi della gente. Si capisce perché Civitavecchia è in piena crisi: morale, politica e civile. Il Sindaco ieri ha definito vergognoso speculare sui poveri per attaccare lui e la sua amministrazione. Io penso invece che il nocciolo della questione sia l’esatto contrario: è vergognoso speculare sui poveri, con qualche pacco natalizio, per ottenere un po’ di consenso elettorale.
Marco Galice