ROMA – Dodici, con quello di oggi, i giorni del presidio permanente organizzato da Cgil, Cisl e Uil davanti a Montecitorio in risposta alla manovra economica del Governo Monti. Una protesta iniziata con lo sciopero generale nazionale del 12 dicembre, passando per quello dei dipendenti pubblici, della conoscenza, delle poste e degli elettrici del 19 dicembre, per finire, questa mattina, con la conferenza stampa dei Segretari Generali Camusso, Bonanni, Angeletti, tenuta davanti un simbolico “albero del lavoro”.
Una importante mobilitazione contro la manovra, ormai approvata, che secondo i sindacati colpisce pesantemente i lavoratori e i pensionati: “Ha caratteristiche di insopportabile iniquità sociale; è destinata a deprimere ulteriormente i consumi sprofondando il Paese verso il declino economico e la recessione”.
Cgil, Cisl e Uil, nel pieno ormai delle feste natalizie, hanno voluto continuare la protesta nella convinzione che, per quanti sono colpiti dai provvedimenti del Governo, non sarà un Natale sereno.
“Non lo sarà per tutti quelli che improvvisamente hanno visto allungarsi, di molti anni, la prospettiva di pensione – afferma il segretario territoriale della Cgil Cesare Caiazza, presente da giorni al presidio di Montecitorio insieme ad una folta rappresentanza della Cgil di Civitavecchia – per quanti non vedranno rivaluto il proprio assegno pensionistico; per tutti i cittadini che pagheranno più tasse ed avranno meno servizi; per le donne che, come sempre, pagano doppiamente il prezzo dei ‘sacrifici’; per quanti hanno perso il lavoro, i disoccupati ed i giovani per i quali non si intravede alcuna prospettiva di futuro”.
“Purtroppo – prosegue – nello specifico, non saranno feste serene per tantissime persone e famiglie nel territorio di Civitavecchia che paga un prezzo altissimo rispetto alla crisi in atto e pagherà, in maniera ancora più salata, i provvedimenti del Governo. E’ evidente, per stare solo su un aspetto, come molti tra le migliaia di cassa integrati che drammaticamente conta il nostro territorio con lo spostamento di diversi anni dell’asticella per godere della pensione, vedono ingigantirsi i problemi. Nel prossimo periodo in tanti rischiano di trovarsi sui 60 anni, con un periodo lungo di contribuzione alle spalle, senza lavoro né pensione. E’, poi, drammatica la situazione nel nostro territorio dei giovani e delle donne, segnata da tassi di disoccupazione abbondantemente superiori rispetto alla media nazionale. Una situazione alla quale i provvedimenti del Governo non danno alcuna risposta e che, anzi, finiranno per ingigantire”.
“Per queste ragioni come CdLT Cgil di Civitavecchia continueremo a fornire un contributo importante nella mobilitazione, generale e nazionale, che Cgil, Cisl e Uil proseguiranno con l’obiettivo di cambiare l’agenda politica del Governo, mettendo al primo posto equità sociale e sviluppo del Paese. Porteremo, fino alla fine di gennaio 2012, ‘l’albero del lavoro e della speranza’ anche a Civitavecchia, organizzando momenti nei quali raccoglieremo le firme per sostenere la richiesta della Cgil Roma e Lazio finalizzata a finanziare il fondo regionale per il ‘reddito minimo garantito’. Come avviene in tutti i più evoluti Paesi europei – conclude Caiazza – soprattutto in una fase di crisi, a quanti hanno perso il lavoro o non lo trovano, vanno garantiti, insieme a percorsi di reinserimento lavorativo, anche forme di sostegno economico, evitando che sacche sempre più consistenti di popolazione sprofondino verso la povertà e la disperazione”.