“Primarie poco democratiche”

antonio manuntaCIVITAVECCHIA – L'”operazione primarie” civitavecchiese sollecita riflessioni, che mi permetto di porre in modo ironico per essere comprensibili a tutti, partendo dal chiedersi se servono per costruire una partecipazione reale o siano un rinnovamento di facciata per consentire alla vecchia classe politica di rimanere in campo con scelta di alcuni a gareggiare ugualmente pur perdenti dalla partenza, concordando la legittimazione popolare di Tidei come leader nonostante sia reduce da diversi  fallimenti politici schiaccianti (S. Marinella e giunta Saladini). In quella veste va vista la partecipazione dei candidati, alcuni monotoni ed altri deboli, che non avrebbero altre alternative di riconoscimento e mettendoli nella condizione di far finta di non vedere che le regole di partenza sono state ignorate da subito certificandole con la disparità enorme di risorse sfoderata da Tidei, nonostante nel regolamento delle primarie all’art. 9 comma 1 ci sia scritto “La campagna elettorale dei candidati è improntata a criteri di sobrietà, di correttezza ed uso ponderato e contenuto delle risorse, finanziate in modo trasparente e sempre accompagnate da un rendiconto finale” e al comma 2 “Le spese della campagna elettorale di ciascun candidato non possono superare il limite di € 15.000 (quindicimila euro)”.  Programmi, intenzioni, progetti, strategie a che servono? Ma chissenefrega, quelle regole son scritte per far vedere che siamo democratici! Basterebbe presentare la dichiarazione dei redditi per dimostrare il potenziale investimento in danaro nell’operazione, facendo le primarie a tavolino con ripartizione degli incarichi e assessorati. Inoltre all’art. 8 comma 3 è scritto ” I candidati si impegnano ad evitare forme di propaganda invasiva e a svolgere la campagna elettorale nel rispetto dell’ambiente e del decoro urbano” mentre è sotto gli occhi di tutti l’invadenza di manifesti incollati ovunque. Ma non si rendono conto che i cittadini possono chiedersi che se non rispettano neanche le norme elementari stabilite fra loro da solo un mese come possono rispettare le linee programmatiche della coalizione? Tidei inoltre ha dovuto ingoiare anche il “boccone Guerrini” (nel significato di cibo) caparbio nel fronteggiare l’avversità della segreteria (in pompa magna alla presentazione della candidatura Tidei e assente a quella nella sua), quella dei notabili pd romani che apertamente chiedevano a Guerrini di togliersi di mezzo. Invece ora Tidei dovrà sottoporsi alle analisi perchè con un risultato debole il PD si chiederà se la sua è stata l’ennesima autocandidatura e gli altri candidati dovranno chiedersi come Tidei non avendo un buon gradimento nel suo partito potrà riceverlo dalla città, con la certezza di trascinarli in una vittoria di Pirro come le volte precedenti. Certamente in casa propria ognuno decide come vuole ma alcuni aspetti anomali di queste primarie vanno evidenziati perché una procedura democratica lo deve essere sino in fondo. Dovrebbe. Per esempio i criteri per le scelte importanti come sedi, seggi, date, orari, modalità, ecc sono state prese a maggioranza semplice anziché all’unanimità pur essendo scelte facilmente condivisibili copiando da altre città (non da Napoli poiché annullate per inciuci evidenti), mettendo continuamente sotto scacco Guerrini e Luciani che semplicemente chiedevano maggiore condivisione.  Altro difformità è l’unica sede per 60.000 abitanti e qua va fatto notare che le “anomalie” in altre città erano state notate perchè in alcuni seggi si riscontravano andamenti di affluenza e di voto fortemente diversi dalla media cittadina, risultando una prova del nove. Quindi, a scanso di equivoci, tutti convogliati in un unico luogo che ha il suo significato urbanistico essendo i due palazzi de I Mulini, in degrado perenne, stati costruiti in epoca Tidei, dove si assisterà alla stranezza del veder votare anche i residenti stranieri che però a maggio alle elezioni vere non potranno non avendone diritto. Allo stesso tempo non potranno votare regolarissimi italiani che ai seggi saranno scrutati e sottoposti ad esame visivo nel caso avessero caratteristiche da centrodestra, fez, svastiche tatuate, gagliardetti. Secondo questo criterio, le elezioni ufficiali e i 3 mesi che ci separano saranno tempo perso perché tutti hanno intenzionalmente espresso il voto congelando la situazione al 28 gennaio. Alla faccia della democrazia.  Termino con l’art. 12 comma 1 che recita “Le elezioni primarie si svolgono con il metodo della maggioranza relativa, cioè vince al primo turno il candidato che ha ottenuto il maggior numero di voti validi”, come dire finiamo sta partita in fretta e diamo la vittoria a tavolino a Tidei. E poi? E li chiamano democratici.

Antonio Manunta