Tidei sul decreto “svuota carceri”: “Un segnale di cambiamento, ma temo che non basterà”

parlamento (2)CIVITAVECCHIA – Intervento alla Camera a nome del gruppo Parlamentare del Pd, quest’oggi, da parte dell’on. Pietro Tidei che ha preso la parola in merito ai provvedimenti urgenti del Governo per il contrasto al sovraffollamento delle carceri in una seduta che ha visto momenti di forte tensione in Aula.
Dopo aver introdotto l’argomento con un quadro dettagliato della situazione carceraria, sulla quale Tidei è autore di un recente libro-inchiesta, e aver ricordato la condanna subita dallo Stato Italiano dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo per aver costretto un detenuto con altri sei in una cella chiusa per 18 ore al giorno, in uno spazio di appena 2,7 metri a persona invece dei 7 che gli standard di civiltà della pena e di decenza averebbero imposto (sentenza Sulejmanovic) Tidei ha proseguito analizzando le conseguenze della legge Gozzini dell’86 sggiungendo: “Le risposte messe in campo nel recente passato dal legislatore per risolvere una situazione carceraria esplosiva e, certamente, illegale sono senza dubbio state insoddisfacenti  e politicamente miopi: nuove tipologie di reato, nuove aggravanti, pene edittali sempre più pesanti, esaltazione della sola certezza della pena, grandi Piani di edilizia carceraria. E’ finora prevalsa una vecchia concezione che potremmo definire utilitaristica della pena per la quale il carcere è considerato come forma di riequilibrio sociale che serve essenzialmente a placare i sentimenti di una società offesa dal crimine”.
Tidei ha poi ribadito la sua “ricetta” a favore delle Carceri per assicurare l’effettività della pena e la tutela della comunità: ridurre l’area dell’illecito penale, limitare, da un lato, l’utilizzo della custodia cautelare in carcere e, dall’altro, ripensare il sistema sanzionatorio potenziando le misure alternative alla detenzione,adottare il principio di territorializzazione dell’esecuzione della pena, intensificare l’azione diplomatica per far scontare, ai detenuti stranieri la detenzione nei Paesi d’origine; incentivare le occasioni di lavoro dei detenuti e di investire sul loro reinserimento sociale.
Tidei ha sottolineato poi alcuni elementi a suo avviso di interessante novità nell’attuale azione del Governo sulla Giustizia, a partire dalla proposta che intende agevolare il ruolo delle imprese che assumono personale detenuto, garantendo alle stesse l’assunzione a carico dello Stato di tutti gli oneri contributivi e assistenziali e dal superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari definiti un “autentico orrore”. D’accordo anche al ricorso in prima istanza alla custodia dell’arrestato presso la propria abitazione; in subordine, “la custodia presso le camere di sicurezza ovvero idonee strutture nella disponibilità della polizia giudiziaria e solo dopo , il ricorso al carcere  come ulteriore ipotesi derogatoria, disposta dal pubblico ministero con provvedimento motivato”
“Ritengo misura di rilievo – ha commentato tra l’altro l’onorevole del Pd – l’aver dimezzato i tempi per lo svolgimento dell’udienza di convalida davanti al giudice da 96 a 48 ore mentre valuto invece meno ‘coraggiosa’ l’estensione a 18 mesi del limite di pena detentiva (anche residua) che permette l’accesso al beneficio della detenzione domiciliare di cui alla legge n. 199 del 2010. Una soglia di 2 anni avrebbe avuto un effetto deflattivo molto maggiore con l’effetto di triplicare, secondo recenti stime, il numero delle persone che sarebbero uscite dal carcere”.
“Anche se tali novità non risolveranno certo il problema del sovraffollamento – ha concluso Tidei annunciano il voto favorevole del Pd – credo che possano rappresentare lo stesso un segnale che il Governo marcia ora nella giusta direzione, ovvero quella di dare al nostro sistema detentivo un ‘accettabile standard di civiltà’, costituzionale, considera il sacrificio della libertà personale come extrema ratio”.