ROMA – Quando si sceglie di fare un “lavoro” come quello dello sportivo, si sa sempre che, prima o poi, ma sempre troppo “prima” di quello che vorresti, questo “lavoro” si interromperà…
E’ la vita… Troppo comodo sarebbe poter continuare a “divertirsi”, guadagnando anche il giusto ( talvolta anche più…del giusto , non diventando mai “adulto”. E questo è un lato…della faccenda.
L’altro lato, il più amaro… è la consapevolezza che le relazioni che si intrattengono durante il periodo d’oro della vita di uno sportivo, le amicizie, anche le semplici conoscenze, sono destinate, nella maggior parte dei casi, ad esaurirsi con la fine dell’attività.
Ma a volte questo non succede. A volte basta uno sguardo, una battuta, una parola di conforto in un momento…di crisi, per creare legami così saldi e veri che durano per sempre. Anche incontrandosi quasi mai, anche senza mantenere i contatti.
Tu “sai” che “quella” persona farà sempre parte di te, sarà nei tuoi ricordi per tutta la vita.
Oscar Barletta è per me “quella” persona.
Oscar non mi ha mai allenato, ha semplicemente sempre detto le parole giuste al momento giusto.
Oscar era quello che ti guardava negli occhi e ti rassicurava, pur non avendone i motivi, pur non sapendo il tuo stato di forma….
Oscar era la quint’essenza dell’allenatore. Non tanto per i suoi meriti e le sue qualità di tecnico (peraltro enormi).
Oscar “sapeva” leggere dentro gli occhi di un atleta; sapeva guardare oltre i dati del cronometro.
Se poi, come nel mio caso, gli eri simpatico… allora, beh, allora Oscar diventava davvero…il vecchio saggio che poteva farti cambiare l’umore di una giornata.
Penso sarebbe inutile rammentare episodi…chi lo ha frequentato conosce bene la sua simpatia e la sua “carica” che lo faceva sembrare un “giovinotto” come diceva lui…
Voglio solo ricordare il suo sorriso, enorme e contagioso…al termine di un mio allenamento al Sestriere (veramente un fantastico allenamento in pista), giunto in un periodo di forma molto difficile per me, nel 1988, quando nessuno credeva che sarei riuscito a raddrizzare la mia stagione…ma soprattutto ricordo il suo commento: “A Stefanì, che fijo de na para…!!!”
Lui aveva capito dai miei occhi, oltrechè dal cronometro…che la mia crisi era passata.
Ciao Oscare…
Stefano Mei – Medaglia d’oro sui 10.000 metri ai Campionati europei di Stoccarda 1986