CIVITAVECCHIA – Prima la “Variante della variante 29” … e giù strette di mano e grandi complimenti vicendevoli: “Era necessaria !”, “Una risposta all’emergenza abitativa !” i commenti più diffusi all’interno della maggioranza. E a chi muoveva qualche osservazione lo si accusava di essere contrario allo sviluppo della città. Poi il Piano casa … e via a nuove esternazioni di giubilo: “Un provvedimento che ha una straordinaria importanza, in quanto ha come obiettivo quello di contribuire a risolvere il problema casa e a rilanciare l’offerta di lavoro nel settore edilizio, a tutto beneficio dell’economia, cosa di cui la città ne ha assolutamente bisogno. Il provvedimento adottato stabilisce importanti esclusioni a salvaguardia dell’impianto storico della città, degli edifici di pregio, delle zone sottoposte a specifici vincoli paesaggistici, oltreché di tutti gli immobili vincolati da specifiche leggi in materia di tutela del patrimonio storico, culturale e paesaggistico”. Quindi i Programmi urbanistici integrati, che i privati possono sviluppare direttamene col comune.
Tutti provvedimenti mirati, insomma, a risolvere l’emergenza abitativa, che sicuramente è un problema reale per ciò che attiene l’edilizia popolare, per quanto appare difficile che possa essere risolta con le casette di legno, come dimostrano peraltro i primi segnali di scarsa qualità delle strutture emerse in questi giorni a meno di un anno dalla loro inaugurazione. Ma per quel che riguarda l’edilizia privata? Siamo davvero all’emergenza? Siamo realmente di fronte a costruttori assediati da richieste, a telefoni di agenzie che squillano infuocati per domande incessanti di acquirenti?
Tempo fa sul nostro giornale abbiamo riportato un piccolo sondaggio tra le agenzie immobiliari cittadine successivamente all’approvazione della “Variante alla variante 29”, in cui gli addetti ai lavori si mostravano a dir poco scettici.
La grande attività della maggioranza in ambito urbanistico a ridosso delle elezioni non può indurre qualche interrogativo, e in tal senso i contenuti della “Variante alla variante 29”, apripista per nuove edificazioni, di perplessità ne suscitano molte. “Si tratta di una variante smisurata e inutile – l’opinione del Capogruppo Pd Marco Piendibene – una colata di cemento che non risolve problemi strutturali di edilizia popolare”, mentre sul Piano casa ricorda che “la lista per la salvaguardia architettonica è stata in maniera surrettizia complilata dalla maggioranza, in un vero e proprio colpo di mano”. Sotto tale aspetto Piendibene esprime inoltre le sue perplessità sulla “assoluta autoreferenzialità della maggioranza di centrodestra che sulla questione urbanistica è cronica. I passaggi in Commissione vedono infatti praticamente assente l’opposizione”.
Il tema trattato richiederebbe al contrario, secondo il Capogruppo del Pd, uno stretto coinvolgimento delle forze di opposizione. “Non si tratta infatti di discutere di assunzioni fatte in finale di partita – sottolinea – ma di opere strutturali. Non vorremmo che si ripetessero casi come quello accaduto per il palazzo ex zona Enel, un grande investimento benedetto dal Comune ed ora bloccato con buona pace del costruttore ”.
Nelle prossime settimane, attraverso una specifica inchiesta sul mercato immobiliare cittadino, cercheremo di quantificare l’effettiva richiesta di abitazioni a Civitavecchia; se veramente la città necessita di tutti questi “incentivi” alla cementificazione; se l’ipotesi di un incremento della popolazione di 10.000 abitanti prevista per i prossimi dieci anni dalla “Variante della variante 29 è plausibile”; se davvero c’è carenza di appartamenti da vendere. Oppure se ci troviamo di fronte ad uno dei tanti miracoli preelettorali.
Simone Pazzaglia