ROMA – I docenti precari scendono in piazza per dire no al “concorsone”. Teatro della protesta, domani pomeriggio, 22 settembre, le vie di Roma, con una manifestazione nazionale che prenderà il via alle ore 14:30 da Piazza Esquilino per concludersi in piazza Bocca della verità. L’evento è stato promosso dal comitato “Precari Uniti contro i tagli, costituitisi come gruppo trasversale e autonomo di lotta a partire dal varo della L.133/2008, che dal 4 settembre scorso hanno presidiato per una settimana il Miur di viale Trastevere per denunciare “l’inaccettabile persistenza del precariato scolastico e i feroci tagli subiti dalla scuola, nonché per scongiurare il bando (per un numero di posti ridicolmente esiguo!) di un assurdo e demagogico concorso, avendo preso atto della ostinata volontà, da parte del Ministro e del Governo, di indire una procedura selettiva che giorno dopo giorno palesa la sua natura puramente propagandistica, rivelandosi sempre più illusoria, illegittima, sperequatoria, farraginosa e mortificante”.
Netta l’opposizione dei docenti precari, alcuni già vincitori di concorso nel lontano 1990, poi nel 1999, successivamente negli anni 2002-2007 attraverso le Scuole di specializzazione all’istruzione secondaria, verso un concorso “che stravolge le vite e calpesta i diritti di docenti abilitati, che vantano numerosi titoli e anni
di servizio, aventi pieno titolo all’assunzione, i quali verrebbero umiliati da una procedura obsoleta, viziata dal clientelismo, dispendiosa e condotta con sistemi fallimentari (quiz), di recente condannati dai più grandi intellettuali del paese.”
Ma la protesta di domani non è solamente contro il “concorsone” del Ministro Profumo. I precari scenderanno in piazza anche per respingere ogni ipotesi di “riconversione” dei docenti in esubero
sul sostegno, “ovvero di deportazione degli insegnanti inidonei in ruoli amministrativi, previste dalla spending review, che ledono la dignità dei lavoratori e affossano il tanto evocato merito”, e, infine, “perché sia rigettata definitivamente la devastante Legge Aprea (L. 953), che cancella la Scuola della Costituzione, privatizzandone la gestione e azzerando partecipazione e libertà di insegnamento”.
“I precari – concludono gli organizzatori nel presentare la manifestazione – non saranno il capro espiatorio di politiche scolastiche vergognose, vera causa della recessione economica e del degrado culturale. Non la loro ‘epurazione’, ma il rispetto dei loro diritti sarebbe un segnale di ‘normalizzazione’ e un invito a sperare in un futuro di stabilità”.